Welfare e genitorialità: le competenze che emergono dalla sfida della genitorialità

In un contesto sociale in costante evoluzione, il legame tra lavoro e genitorialità risulta sempre più centrale. La riflessione si allarga ai temi del welfare e della conciliazione tra vita personale e professionale. Un aspetto spesso trascurato è l’importanza delle capacità acquisite dai genitori, che si rivelano fondamentali anche nel mondo del lavoro. Queste competenze, frequentemente indicate come soft skills, sono sempre più richieste dalle aziende. La Consigliera di Amministrazione di Fondimpresa, Annamaria Trovò, ha illustrato questo punto durante un intervento all’Adnkronos Q&A dal titolo ‘Essere genitori oggi, tra scienza e welfare’.

Competenze genitoriali e soft skills

La genitorialità non si limita a una dimensione emotiva e affettiva, ma implica anche la creazione di una serie di abilità che possono essere applicate anche in ambito lavorativo. Trovò sottolinea come un genitore affronti, quotidianamente, situazioni complesse, necessità di prendere decisioni rapide e sviluppare una forte capacità relazionale. Tutto ciò rispecchia perfettamente quelle soft skills che oggi sono considerate indispensabili nel mondo professionale.

Ogni esperienza genitoriale comporta un percorso di crescita personale e di apprendimento. Il genitore deve imparare a gestire le frustrazioni e a lavorare in team, non solo con il partner, ma anche con educatori e assistenti. Ascoltare le esigenze dei figli, confrontarsi con il loro stato d’animo e saper negoziare anche piccole dispute sono tutte abilità che si riflettono positivamente anche nel lavoro, dove la gestione dei conflitti e la capacità di cooperare sono essenziali.

Alla luce di ciò, le aziende che riconoscono e valorizzano queste competenze ottengono un vantaggio competitivo. Poiché la genitorialità sviluppa talenti unici, le politiche aziendali dovrebbero mirare a integrare e riconoscere queste abilità, creando ambienti lavorativi più inclusivi e consapevoli delle esigenze dei genitori.

La percezione della genitorialità e le politiche attuali

Annamaria Trovò solleva una questione di grande rilevanza: la narrazione attuale della famiglia e della genitorialità è spesso incentrata su aspetti negativi, come episodi di cronaca nera e problemi demografici. Questo approccio distorto influisce sull’immagine pubblica della genitorialità e può generare una sensazione di impotenza tra le famiglie.

Negli intervistati emerge una percezione chiara: i progetti di vita spesso si scontrano con l’incapacità di soddisfare i bisogni fondamentali. Risposte come “vorrei avere un figlio, ma solo se ho le condizioni giuste” evidenziano la pressione economica e sociale che grava sulle famiglie. Questo porta a una valutazione pessimistica delle politiche di sostegno esistenti. Trovò invita a riflettere su queste problematiche e a lavorare per cambiare la narrazione, rendendo la genitorialità un tema positivo e produttivo.

La valorizzazione delle esperienze e delle competenze legate alla genitorialità deve diventare parte integrante delle politiche di welfare aziendale e istituzionale. Si rende quindi necessario attuare politiche che non solo sostengano la genitorialità, ma anche che ne riconoscano le potenzialità, incentivando la formazione continua e il miglioramento delle competenze lavorative.

Impegni di Fondimpresa verso le famiglie

Fondimpresa, come ente paritetico bilaterale creato da Confindustria e rappresentanti delle parti sociali, ha il compito di promuovere la formazione e lo sviluppo delle competenze nei lavoratori. Trovò mette in luce la necessità di responsabilizzare le aziende e i lavoratori riguardo all’importanza di una formazione continua, soprattutto in un mondo in cui le dinamiche lavorative e le esigenze dei genitori evolvono rapidamente.

Sebbene non siano prevalentemente focalizzate sui rischi sanitari legati all’infertilità, queste iniziative formative possono contribuire a una maggiore consapevolezza sul tema, incoraggiando un ambiente di lavoro che supporti e valorizzi la genitorialità. È fondamentale che i lavoratori siano motivati a nutrire le proprie competenze per evitare il loro invecchiamento, mantenendo viva la capacità di apprendimento.

Non si può quindi ignorare la necessità di progettare strategie che aiutino le famiglie a conciliare le esigenze lavorative con quelle personali. L’educazione continua e la valorizzazione del ruolo genitoriale possono fornire strumenti utili per navigare le sfide del mondo professionale, generando effetti positivi non solo sui lavoratori, ma anche sulle aziende stesse.