Viktor Orban, il primo ministro ungherese riconosciuto come figura controversa nella politica europea, ha presentato oggi a Strasburgo il suo piano per l’evoluzione dell’Unione Europea. In vista del Consiglio europeo, il premier ha messo in evidenza la sua convinzione che senza il pieno coinvolgimento dei Balcani, l’Europa non potrà mai considerarsi completa. La sua agenda si concentra su temi cruciali come la competitività, la gestione dell’immigrazione e la sicurezza, in un contesto reso complicato da conflitti esterni.
Le radici storiche dell’Unione Europea e la posizione dell’Ungheria
Nel corso del dibattito con gli eurodeputati, Orban ha offerto una riflessione sulla storia recente dell’Unione e sui cambiamenti che ha attraversato negli ultimi anni. Ricordando le difficoltà affrontate nel passato, come le primavere arabe e l’incidente di Fukushima nel 2011, ha sottolineato come il contesto attuale sia ancora più delicato. Oggi l’Europa si trova ad affrontare sfide significative, quali gravi conflitti in Medio Oriente, in Africa e, naturalmente, il conflitto in Ucraina.
Mentre molti Stati membri sembrano avvicinarsi a posizioni più conservatrici, Orban ha chiaramente escluso che l’Ungheria possa seguire l’esempio del Regno Unito lasciando l’Unione. Anzi, ha affermato che l’Ungheria ha intenzione di rimanere un membro attivo e partecipe dell’Unione Europea per promuovere il cambiamento e rendere l’Europa più competitiva.
Comunicare la necessità di competitività in Europa
Un punto centrale del discorso di Orban è stata la questione della competitività. Secondo il premier ungherese, l’Europa sta perdendo terreno rispetto ad altre potenze globali e questa discesa deve essere fermata. In occasione dell’incontro informale del Consiglio Europeo, programmato per l’8 novembre a Budapest, verrà discusso questo tema in profondità. Orban ha citato l’ex presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, per sostenere la sua tesi, richiamando l’attenzione sul fatto che il presidente francese Emmanuel Macron ha avvertito della possibilità che l’Europa possa “morire” se non riuscirà a mantenere la propria competitività.
L’obiettivo di Orban è quello di presentare una visione chiara e pragmatica per il futuro dell’Unione, sottolineando l’urgenza di adattamenti e trasformazioni che possano rinvigorire l’economia europea. In questo contesto, il premier considera essenziale un dibattito onesto e aperto con le istituzioni europee e i vari Stati membri.
La crisi migratoria: una sfida persistente
Orban ha dedicato una parte rilevante del suo intervento alla questione dell’immigrazione, un tema che continua a generare divisioni all’interno dell’Unione Europea. A suo avviso, la crisi migratoria del 2015 non si è mai del tutto risolta e anzi è destinata a protrarsi. Sottolineando come le politiche migratorie attuate dalla UE non stiano funzionando, Orban ha esortato a creare hotspot esterni per gestire i flussi migratori.
Secondo il premier ungherese, l’aumento dell’immigrazione irregolare ha effetti collaterali gravi non solo sulle comunità locali, ma contribuisce anche ad un incremento dell’antisemitismo, della violenza sulle donne e dell’omofobia. Per affrontare questo problema, Orban ha sostenuto la necessità di incontrarsi regolarmente tra i leader dei Paesi dell’area Schengen, affinché possano trovare soluzioni condivise per il rafforzamento delle frontiere.
Sicurezza e agricoltura: le priorità della presidenza ungherese
L’aspetto della sicurezza è altrettanto fondamentale secondo Orban, che ha indicato come priorità della presidenza ungherese al Consiglio europeo di Budapest la sicurezza interna all’Unione. Ritenendo che senza il pieno coinvolgimento dei Paesi dei Balcani l’Europa non sarà mai completa, ha richiamato l’attenzione sul fatto che è passato troppo tempo dall’impegno promesso di inserire paesi come Serbia, Romania e Bulgaria nell’area Schengen.
Orban ha anche enfatizzato l’importanza dell’agricoltura per l’Ungheria, sottolineando come questa questione sarà trattata in maniera prioritaria, poiché il settore agricolo rappresenta una componente cruciale non solo per il benessere economico, ma anche per l’identità culturale dell’Europa.
La guerra in Ucraina e la visione di pace di Orban
Il conflitto in Ucraina è stato un altro tema centrale dell’intervento del premier ungherese, che ha evidenziato che la sua posizione è “in forte minoranza” tra i leader europei. Orban ha ribadito l’importanza di lavorare verso un cessate il fuoco, ritenendo che la strategia attuale dell’Unione stia portando a una situazione deteriorante. A suo avviso, non è mai accaduto nella storia che le parti in conflitto non avessero un canale di comunicazione, suggerendo che questa mancanza di dialogo porti a conseguenze negative per tutti.
Orban ha affermato che l’Europa dovrebbe creare un ambiente favorevole alla comunicazione tra i belligeranti, citando la storia dell’Ungheria come esempio di un Paese che ha saputo gestire le relazioni con la Russia. Accusando l’élite europea di vivere in una “bolla” lontana dalle reali necessità e convinzioni del popolo, Orban ha esortato a considerare nuove strade per una risoluzione pacifica della guerra che immagini un futuro di dialogo e cooperazione.
Con la sua proposta di un cambiamento radicale nella gestione delle politiche migratorie, delle questioni di sicurezza e della competitività, Orban si presenta come un leader che, pur essendo in netta opposizione a gran parte dell’elite europea, si dice pronto a collaborare per trovare soluzioni che possano realmente rispondere alle necessità degli europei.