Viber bandita in Russia: il blocco si aggiunge a una lista crescente di restrizioni sui social

Le autorità russe bloccano Viber, intensificando il controllo sulle comunicazioni digitali e sollevando preoccupazioni per la libertà di espressione e i diritti degli utenti in un contesto di crescente censura.
Viber bandita in Russia: il blocco si aggiunge a una lista crescente di restrizioni sui social - Tendenzediviaggio.it - Foto generata con AI

Le autorità russe hanno intensificato il controllo su piattaforme di comunicazione digitale, relegando il noto servizio di messaggistica Viber fra i tanti social media oggetto di divieti. Questa decisione da parte dell’agenzia di regolamentazione delle comunicazioni, Roskomnadzor, rappresenta un ulteriore passo nella strategia del governo di Mosca di limitare l’accesso a servizi considerati non conformi alle normative nazionali.

Il motivo del blocco dell’app

Il Roskomnadzor ha reso noto che la decisione di bloccare Viber è legata a presunti rilevamenti di violazioni delle leggi sulla prevenzione di attività terroristiche, estremismo e spaccio di sostanze stupefacenti. Questo intervento non è isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio di crescente censura nei confronti di piattaforme digitali, e si pone come ulteriore strumento di controllo delle informazioni, in particolare in un periodo di tensioni internazionali.

Il blocco di Viber segue una lunga lista di applicazioni social che hanno subito restrizioni simili, creando preoccupazione tra gli utenti russi riguardo alla libertà di espressione e ai diritti digitali. Queste misure, sebbene giustificate da motivi di sicurezza nazionale, sollevano interrogativi circa il reale impatto sulle comunicazioni quotidiane dei cittadini e sull’accesso a informazioni indipendenti.

La posizione di Rakuten Group

Rakuten Group, la società madre che controlla Viber, non ha rilasciato dichiarazioni in merito all’ordine di blocco. Hiroshi Mikitani, il fondatore e CEO di Rakuten, aveva in passato presentato Viber come un’alternativa ai mezzi di informazione considerati propagandistici, sottolineando la necessità di spazi per la comunicazione libera e aperta. Il rifiuto della società di commentare l’accaduto lascia molti interrogativi, specie in un clima di crescente tensione internazionale.

Con il blocco di Viber, gli utenti russi si trovano a fronteggiare ulteriori limitazioni nella loro capacità di comunicare e accedere a informazioni al di fuori del controllo governativo. Si tratta di un elemento preoccupante che riflette un trend globale in cui le piattaforme digitali sono sempre più sotto la lente di ingrandimento delle autorità, soprattutto nei paesi che esercitano un controllo rigoroso sulle libertà civili.

Implicazioni per gli utenti e il dibattito sulla censura

Il blocco di Viber rappresenta una questione cruciale per gli utenti in Russia che si trovano a dover navigare in un panorama di comunicazione sempre più restrittivo. Le ripercussioni possono essere significative, non solo per la forma in cui le persone si connettono tra loro ma anche per il modo in cui si informano e partecipano alla vita sociale e politica.

Con l’aumentare delle restrizioni, c’è un crescente dibattito sull’impatto della censura su società e individui. Molti esperti e attivisti per i diritti umani avvertono che il controllo delle comunicazioni digitali non solo mina la libertà di espressione, ma danneggia anche la coesione sociale, esacerbando divisioni interne già esistenti.

La questione del blocco di Viber riaccende l’attenzione internazionale sull’importanza di piattaforme di comunicazione libere in un mondo sempre più connesso. La lotta per la libertà digitale si fa sempre più centrica nel contesto attuale, e le reazioni delle aziende e delle istituzioni internazionali alle misure di censura rimangono da osservare nei prossimi mesi.

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