Viaggi costosi di Netanyahu: la rabbia dei contribuenti israeliani

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu e sua moglie Sarah sono al centro di forti polemiche a causa delle spese elevate per i viaggi istituzionali. L’opinione pubblica è indignata, soprattutto in un periodo di crisi economica e sociale in cui il Paese sta cercando di risollevarsi dopo mesi di guerra. Le cifre spese per le trasferte, molte delle quali prolungate anche senza impegni ufficiali, sono state giudicate eccessive e inappropriate, con i contribuenti che chiedono trasparenza e giustificazioni.


I costi svelati dopo una lunga battaglia legale

Dopo molteplici richieste di chiarimenti e un’azione legale promossa dal Freedom of Information Movement, l’ufficio del primo ministro ha pubblicato i dettagli delle spese sostenute nel 2023. La rivelazione ha mostrato che Netanyahu ha speso oltre 6,2 milioni di dollari in viaggi internazionali, una cifra giudicata scandalosa da molti cittadini israeliani, specialmente in questo momento di incertezza economica.

Entourage numeroso e spese di lusso

Ogni viaggio del premier è caratterizzato dalla presenza di un ampio entourage. Oltre alla moglie Sarah, Netanyahu è stato accompagnato da 25 a 36 persone durante le sue visite a Parigi, Roma, Berlino, Londra e negli Stati Uniti. Le spese non sono state dettagliate nei minimi particolari dall’ufficio del primo ministro, ma il noleggio di aerei privati ha sicuramente influito sul costo complessivo. Tuttavia, dal luglio 2024, il premier ha a disposizione il Kenaf Zion, una versione israeliana dell’Air Force One.

Confronto impietoso con i precedenti governi

I media israeliani non hanno perso occasione per confrontare le spese di Netanyahu con quelle dei suoi predecessori. L’ex premier Naftali Bennett aveva speso circa 3,5 milioni di dollari per i suoi viaggi istituzionali tra il 2021 e il 2022, una cifra considerevolmente inferiore rispetto ai milioni spesi da Netanyahu. Ancora più evidente il divario con Yair Lapid, che nel luglio del 2022 spese 243.575 dollari per una visita ufficiale a Parigi di due giorni. Il confronto con la visita di Netanyahu nella stessa città nel febbraio 2023, che costò oltre 1 milione di dollari per tre giorni, ha scatenato ulteriori polemiche.

Viaggi criticati e tappe personali

Alcuni dei viaggi di Netanyahu sono stati particolarmente controversi. Tre giorni a Roma nel marzo 2023 sono costati mezzo milione di dollari, mentre un weekend di quattro giorni a Londra nello stesso mese ha superato i 839.500 dollari. Ma sono soprattutto i dettagli del viaggio negli Stati Uniti nel luglio 2023 a sollevare domande: Netanyahu ha incontrato il presidente Joe Biden e ha tenuto un discorso al Congresso, ma l’itinerario è stato modificato per permettere al premier e alla moglie di festeggiare il compleanno del figlio Yair a Miami.

Il caso Yair Netanyahu: un ritorno clandestino

Il ritorno in Israele di Yair Netanyahu a bordo dell’aereo di Stato ha alimentato ulteriori critiche. Il figlio del premier è stato accusato di aver cercato di evitare la stampa durante il viaggio, ma i media hanno scoperto che Yair aveva pagato un biglietto di business class per volare sul Kenaf Zion. Questa scelta ha sollevato polemiche, poiché i regolamenti vietano ai familiari di volare sugli aerei governativi.

Spese discutibili in tempo di guerra

Mentre Israele continua a fronteggiare il conflitto con Gaza, Netanyahu è stato criticato anche per alcune decisioni personali. La riparazione della piscina nella sua residenza di Cesarea, effettuata nei primi mesi della guerra, ha suscitato indignazione tra la popolazione. Molti israeliani hanno giudicato la scelta del premier insensibile, considerando che nello stesso periodo numerose famiglie ricevevano tragiche notizie sulla morte di figli e parenti al fronte.


Una leadership sotto accusa

Le spese eccessive per i viaggi istituzionali di Netanyahu hanno acuito le critiche nei suoi confronti, aggiungendosi ai problemi legali e alla difficile gestione della guerra. In un momento in cui Israele è chiamato a fare i conti con una grave crisi economica e sociale, i cittadini si aspettano dai loro leader una maggiore attenzione alle risorse pubbliche e un comportamento più responsabile.