Venerdì 17 novembre 2023: la giornata del gatto nero e la superstizione italiana
Venerdì 17 novembre 2023 è una data temuta dai superstiziosi italiani. Mentre in altri paesi la sfortuna è associata al numero tredici, in Italia è il numero diciassette a portare cattivo auspicio. Questa credenza ha radici nella mitologia scandinava, dove il tredicesimo semidio, Loki, era considerato crudele verso gli uomini, trasformando il numero tredici in un simbolo di sfortuna.
La superstizione legata al numero diciassette ha diverse origini e l’associazione con il venerdì è tipica dei paesi di tradizione greco-latina. La “paura” del numero diciassette è chiamata eptacaidecafobia, una parola di origine greca che combina diciassette e fobia. Nell’antica Grecia, i seguaci di Pitagora consideravano il diciassette un numero sfortunato perché si trovava tra il sedici e il diciotto, che rappresentavano quadrilateri perfetti. Secondo l’Antico Testamento, il diluvio universale iniziò il diciassette del secondo mese, come riportato nella Genesi. Un’altra causa della superstizione sul numero diciassette è l’anagramma VIXI, che in numeri romani corrisponde a XVII e significa “ho vissuto”, quindi “non vivo più, sono morto”. Altre teorie collegano il diciassette alla battaglia della foresta di Teutoburgo nel 9 d.C., una delle più grandi sconfitte dell’impero romano, in cui furono distrutte le legioni XVII, XVIII e XIX. Nella smorfia napoletana, il diciassette è associato alla sfortuna. L’associazione con il venerdì è invece legata al giorno in cui, secondo la Bibbia, Gesù morì. Curiosamente, in ebraico il diciassette indica buona sorte grazie alla combinazione delle lettere tet (9), waw (6) e beth (2), che insieme formano la parola “tov”, che significa “buono”.
La Giornata Anti-Superstizione: un’occasione per esplorare le credenze scolastiche
Il 17 novembre è anche la Giornata Anti-Superstizione, organizzata dal CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze). Quest’anno, il focus sarà sulle credenze e gli scongiuri legati al mondo della scuola, come la convinzione che certi rituali o comportamenti influenzino le probabilità di essere scelti per le interrogazioni. Il CICAP, fondato da Piero Angela nel 1989, si occupa di smentire le pseudoscienze e organizza le Giornate Anti-Superstizione dal 2009.
In tutta Italia (e non solo) sono previsti eventi dedicati all’antisuperstizione. Saranno organizzati percorsi a Pordenone, alla facoltà di giurisprudenza dell’Università La Sapienza a Roma, a Torino, Cuneo, Bari, Cagliari, Lugano, Perugia (dove ci sarà anche uno spettacolo teatrale ispirato all'”effetto Pauli”, che prende il nome dal fisico Wolfgang Pauli, a cui veniva attribuita la capacità di rovinare gli esperimenti in laboratorio solo con la sua presenza) e Aosta. Elisa Tealdi, del coordinamento gruppi locali del CICAP, spiega che credere che oggetti, persone o comportamenti portino sfortuna porta solo a condizionarsi e a provocare gli eventi sfortunati che si temono.
La superstizione italiana e la sua influenza sulla cultura
La superstizione italiana è un aspetto importante della cultura del paese. Molti italiani seguono ancora tradizioni e credenze che risalgono a secoli fa. La sfortuna associata al numero diciassette e al venerdì è solo uno degli esempi di come le superstizioni influenzino la vita quotidiana degli italiani. Queste credenze possono riguardare vari aspetti della vita, come il matrimonio, la nascita di un bambino o il viaggio. Nonostante il progresso scientifico e tecnologico, molte persone continuano a credere nelle superstizioni e a seguire i rituali per evitare la sfortuna. La Giornata Anti-Superstizione del CICAP è un’opportunità per esplorare queste credenze e promuovere una mentalità basata sulla razionalità e sulla scienza.