L’Università Bocconi di Milano ha ospitato oggi un evento significativo che ha messo in discussione il ruolo del Salone della Corporate Social Responsibility e dell’innovazione sociale nella promozione della cultura della sostenibilità. Questa manifestazione, che ha raggiunto la dodicesima edizione, ha visto protagonisti relatori e testimoni, impegnati in un confronto aperto sull’efficacia e sull’impatto del Salone nel panorama della sostenibilità in Italia, affrontando criticità e opportunità di miglioramento.
L’evento ha voluto offrire una forma di dibattito critico, attraverso un’analisi che ha richiamato la struttura di un processo giudiziario. Sotto l’occhio attento del giudice e della giuria, composta da esperti del settore, il Salone è stato messo sotto accusa per il suo presunto ruolo di “washing”, un termine usato per designare iniziative che mirano a migliorare l’immagine senza apportare cambiamenti sostanziali. Come pubblico ministero, il giornalista Luca Ferraiuolo ha articolato tre accuse nei confronti del Salone. La prima accusa è stata che il Salone fosse diventato un contesto in cui non emerge una vera dialettica, con aziende che mostrano solo le proprie eccellenze senza affrontare un contraddittorio.
La seconda accusa ha messo in evidenza come il Salone sia percepito come un’istituzione chiusa ai dibattiti critici, rendendo difficile per idee alternative e voci critiche emergere. Questo ha limitato il potenziale del Salone nel fungere da “palestra culturale” per il dibattito sulla sostenibilità. Infine, è stata sollevata la questione dell’impatto culturale: il Salone non avrebbe sufficientemente misurato l’effetto delle proprie attività sulla cultura della sostenibilità, consentendo solo una rappresentazione parziale e superficiale delle realtà affrontate.
A sostegno delle accuse, sono intervenuti alcuni testimoni di accusa, tra cui Gianfranco Daneluzzo, filantropy advisor di Terzo Distretto, e Paolo Ferrara, direttore generale di Terre des Hommes Italia. Entrambi hanno confermato le affermazioni del pubblico ministero, sottolineando la necessità di un maggiore impegno nel promuovere un dibattito aperto e critico. Dall’altra parte, la difesa, rappresentata da Roberto Randazzo, partner di Legance, ha presentato una visione diversa. Randazzo ha messo in evidenza come, nel corso degli ultimi dodici anni, il Salone abbia contribuito a disseminare la conoscenza sulla sostenibilità, reclutando una platea sempre più ampia di partecipanti e favorendo la condivisione delle migliori pratiche tra le aziende.
Inoltre, il difensore ha menzionato l’importanza del “Giro d’Italia della Csr“, una serie di eventi che hanno stimolato il dibattito sulla sostenibilità nei diversi territori italiani. Testimoni a sostegno della difesa, come Alfio Fontana, Csr manager di Humana People to People, e Marianna Palella, ceo di Citrus, hanno evidenziato le numerose collaborazioni e partnership nate proprio grazie all’ambito del Salone, sottolineando il suo ruolo come facilitatore di relazioni tra organizzazioni.
Al termine di questo dibattito articolato, la giuria – composta da esponenti del settore e guidata dal giudice Elio Borgonovi – ha emesso una sentenza che ha fornito un quadro nuovamente complesso. Due delle tre accuse sono state respinte, mentre riguardo alla seconda accusa, il Salone è stato ritenuto colpevole, ma con attenuanti, con una raccomandazione a migliorare il coinvolgimento di voci critiche e partecipanti esterni. Sul tema della misurazione dell’impatto culturale, la decisione è stata di non colpevolezza, con l’impegno da parte del Salone di sviluppare nuovi strumenti per monitorare e valutare i propri effetti sul panorama culturale attuale.
Ora, l’attenzione è rivolta al futuro e alla possibilità di un miglioramento continuo per il Salone della Csr e dell’innovazione sociale. Nel corso della giornata finale dell’evento, che si svolgerà domani, 11 ottobre, saranno presentate le conclusioni e le proposte per il futuro, evidenziando ulteriormente l’importanza della sostenibilità nel contesto sociale odierno. Eventi e incontri si terranno in diverse aree dell’Università Bocconi e saranno disponibili anche in streaming per una fruizione più ampia, stimolando il dialogo e la condivisione delle idee tra i partecipanti.
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