Ogni anno, l’Italia si trova ad affrontare un’emergenza umanitaria invisibile: quella dei minori stranieri non accompagnati . Secondo i dati più recenti, dal 2014 ad oggi, 127.662 minori hanno raggiunto il nostro paese via mare, un flusso costante di adolescenti e, in alcune situazioni, di bambini. Con una media annuale di circa 11.600 arrivi, molti di questi giovani si trovano a vivere in condizioni di vulnerabilità, ampliate dalla mancanza di un adeguato sostegno dopo il raggiungimento della maggiore età. La Giornata internazionale del migrante del 2024 ha visto il lancio del rapporto di Save The Children “Nascosti in Piena Vista“, che pone l’accento sulle difficoltà di questi ragazzi, specialmente quando si avvicinano al compimento dei 18 anni.
Attualmente, nel sistema di accoglienza e protezione italiano, ci sono 19.215 minori stranieri non accompagnati. Le statistiche rivelano che oltre il 75% di questi ragazzi ha un’età compresa tra 16 e 17 anni, il 13,66% è nella fascia d’età 7-14 anni e solo l’1,65% rientra nella categoria 0-6 anni. La Sicilia si conferma come la regione con il maggior numero di minori stranieri soli, con 4.555 presenze al 31 ottobre 2024, che rappresentano il 24,78% del totale. Una nota significativa è che l’87,70% di questi minori è di sesso maschile. Tra le nazionalità più presenti nel sistema di accoglienza ci sono gli egiziani, gli ucraini, i gambiani, i tunisini e i guineani, il che evidenzia la diversità culturale di questo gruppo.
Per i minori stranieri arrivati in Italia da soli, la maggiore età si configura come un momento di svolta, spesso traumatico. Antonella Inverno, responsabile della ricerca di Save The Children, sottolinea che questi giovani devono avere l’opportunità di crescere in un ambiente supportivo, dove poter costruire relazioni e amicizie. Tuttavia, molti si trovano a dover affrontare l’uscita dal sistema di accoglienza senza le necessarie risorse. Alla soglia dei 18 anni, si trovano a dover trovare lavoro e un alloggio autonomo, un compito difficile e complesso che i loro coetanei italiani intraprendono gradualmente nel tempo. Se, nelle fasi iniziali del loro arrivo, non ricevono un supporto adeguato, il rischio è che il loro percorso verso l’autonomia venga interrotto in modo brusco e prematuro.
I dati sull’affido familiare rivelano una realtà preoccupante: a giugno 2024, solo il 20,4% dei minori stranieri era accolto in famiglie, ma tra questi il 87% erano minori ucraini. Un numero significativo di giovani sente il bisogno di allontanarsi dalle strutture in cui vivono: dal 1° gennaio al 30 settembre 2024 si sono registrati 6.610 allontanamenti volontari, di cui il 25%, ovvero circa 1.650 giovani, ha lasciato definitivamente il sistema di accoglienza, aumentando i rischi legati all’autonomia. Questa situazione è descritta da Save The Children come un momento cruciale, dove le difficoltà si accumulano al compimento dei 18 anni, e le speranze di una vita migliore possono svanire.
Nonostante alcuni giovani riescano a ottenere un supporto attraverso il cosiddetto prosieguo amministrativo, che consente di rimanere nel circuito di sostegno fino ai 21 anni, la realtà per molti è ben diversa. Al 17 ottobre 2024, risultano attivi 1.601 percorsi di prosieguo, ma nel corso del 2023, 11.700 ragazzi che hanno compiuto 18 anni sono usciti dal sistema di accoglienza e protezione. Nello stesso periodo, il numero di permessi di soggiorno rilasciati per conversione da permesso minorile è stato di 1.366, una cifra che fa riflettere sulla precarietà delle condizioni in cui vivono migliaia di giovani.
Questo panorama triste e difficile mette in luce l’importanza di un intervento tempestivo e umano nei confronti di questi giovani, affinché possano costruire un futuro prospero e sicuro in Italia.