Il professor Massimo Robiony, ordinario di Chirurgia Maxillo-Facciale e Direttore del Dipartimento Testa Collo e Neuroscienze dell’ASUFC, propone una rivoluzione culturale nel mondo sanitario. Il suo progetto, “Salute e Umanizzazione delle Cure: un modello di innovazione sociale per una Sanità di Eccellenza”, mira a collocare la persona al centro delle dinamiche assistenziali, organizzative e cliniche, promuovendo una visione che unisce progresso tecnologico e attenzione umana.
Gli Stati Generali per un cambio di paradigma
Il 30 novembre, l’Università di Udine ospiterà gli Stati Generali per l’Umanizzazione delle Cure e il Benessere Organizzativo, un evento cruciale per ripensare il sistema sanitario. L’evento vedrà la presentazione della Carta di Udine, un documento scientifico che traccia le linee guida per una sanità più inclusiva, rispettosa e attenta alla dignità del paziente.
“La Carta di Udine sarà il simbolo di una nuova sanità che valorizza la centralità della persona,” ha dichiarato il professor Robiony, che guiderà i lavori come presidente degli Stati Generali.
Una visione internazionale per l’umanizzazione delle cure
Tra i partecipanti di rilievo spiccano:
- Sandra Gallina, Direttrice della Direzione Generale Salute della Commissione Europea, che offrirà una prospettiva comunitaria sul tema.
- Monsignor Mauro Cozzoli, con il Manifesto “Dignitas Curae”.
- Rita Charon, della Columbia University, pioniera della medicina narrativa, che esplorerà l’impatto globale delle cure umanizzate.
Un confronto tra esperti, istituzioni e cittadini
L’evento vedrà la partecipazione di figure di spicco come il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Rocco Bellantone, e rappresentanti di Agenas e Fiaso. Anche il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, e il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, interverranno per sottolineare l’importanza di adattare il sistema sanitario ai nuovi bisogni della popolazione.
La Carta di Udine: un faro per la sanità del futuro
La Carta di Udine nasce come un progetto interdisciplinare, frutto della collaborazione tra medici, sociologi, ingegneri e giuristi. Essa promuove una sanità basata su cinque principi fondamentali:
- Prevenzione, per anticipare le problematiche.
- Predizione, per rispondere ai cambiamenti futuri.
- Partecipazione, per coinvolgere i pazienti e la comunità.
- Personalizzazione, per adattare le cure alle esigenze individuali.
- Precisione, per garantire interventi mirati ed efficaci.
“La sanità del futuro non può prescindere dall’equilibrio tra tecnologia ed etica,” ha sottolineato Robiony.
Verso una sanità che si prende cura, non solo che cura
Il progetto del professor Massimo Robiony rappresenta un passo fondamentale verso un sistema sanitario che valorizza la dignità e il benessere della persona. “Non basta curare le malattie, bisogna prendersi cura delle persone,” ha ribadito il professor Robiony, evidenziando l’importanza di un approccio che integri etica, innovazione e sensibilità umana.
Un nuovo rinascimento sanitario
La Carta di Udine e il Manifesto “Dignitas Curae” costituiscono i pilastri per rilanciare la sanità pubblica italiana e internazionale. Con il suo progetto, il professor Robiony pone le basi per un sistema che unisce eccellenza tecnologica e umanità, mirando a costruire una sanità inclusiva e sostenibile per le generazioni future.