Israele ha deciso di “rinviare l’operazione di terra” nella Striscia di Gaza. In attesa dell’arrivo di altri asset americani nella regione, la rivelazione è arrivata dalla radio dell’Esercito israeliano a meno di una settimana dalla missione in Israele di Joe Biden, che a Benyamin Netanyahu ha confermato il sostegno Usa, ma ha anche ricordato agli israeliani “gli errori” fatti dagli Stati Uniti dopo gli attacchi dell’11 Settembre 2001. Gli Stati Uniti ora cercano di prevenire lo scenario di una guerra più ampia nella regione in un quadro in cui le speranze dell’Amministrazione Usa di espansione degli Accordi di Abramo, sottoscritti da Israele con alcuni Paesi arabi all’epoca di Donald Trump alla Casa Bianca, sembrano almeno ‘archiviate’. La diplomazia però non si ferma. Prima di Biden erano stati in missione nella regione il segretario di Stato Usa, Antony Blinken e il capo del Pentagono Lloyd Austin che poco dopo il summit del Cairo di sabato ha annunciato il dispiegamento di altri asset Usa nella regione. E, evidenzia il Washington Post, sebbene Biden sia riuscito a ritardare l’avvio di un’offensiva israeliana a Gaza, la probabilità di una estenuante guerra di terra resta alta.
Nel frattempo Joe Biden ha avuto in nottata un nuovo contatto telefonico con Benyamin Netanyahu. Secondo quanto riferito dalla Casa Bianca, il presidente ha accolto con favore il rilascio di altri due ostaggi da Gaza e ha riaffermato il suo impegno nei confronti degli sforzi in corso per assicurare il rilascio di tutti gli altri ostaggi presi da Hamas – compresi gli americani – e per garantire un passaggio sicuro ai cittadini statunitensi e agli altri civili a Gaza. Biden ha anche sottolineato la necessità di sostenere un flusso continuo di assistenza umanitaria urgentemente necessaria a Gaza.
A Tel Aviv è arrivato il presidente francese Emmanuel Macron per esprimere la sua “piena solidarietà” a Israele. Nel corso degli incontri che avrà con il premier Benyamin Netanyahu e con il presidente Isaac Herzog, Macron ribadirà l’importanza di “preservare la popolazione civile” a Gaza, hanno fatto sapere fonti della presidenza.
Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha avuto contatti telefonici, i primi dagli attacchi di Hamas del 7 ottobre scorso, con i ministri degli Esteri di Israele, Eli Cohen, e dell’Autorità nazionale palestinese, Ryad al Maliki. Secondo quanto comunicato a Pechino, Wang ha sottolineato a Cohen che “tutti i Paesi hanno diritto all’autodifesa, ma che devono proteggere i civili e rispettare il diritto internazionale: il compito più urgente adesso è impedire che ci sia un’ulteriore escalation che porti a un disastro umanitario ancora più grave”. Escalation “in corso” per la quale il capo della diplomazia di Pechino ha sottolineato la sua preoccupazione.
Ad al Maliki, Wang ha espresso “la profonda solidarietà” cinese: “Quello di cui il popolo di Gaza ha bisogno di più al momento sono sicurezza, cibo e medici, non armi e munizioni”.