Quante volte abbiamo sentito dire “La Venezia del nord“? Un’infinità. Un’espressione che, inflazionata a dir poco, ha perso un po’ quella che invece è la sua autenticità. Perché dire “La Venezia del nord” è diverso che dire “E’ come Venezia”, e noi italiani che abbiamo la fortuna di avere a portata di mano la vera Venezia sappiamo cosa vuol dire. L’esempio fatto è per parlare di quella che è una tendenza in atto da poco tempo, ovvero il “destination duping“.
Il “destination duping” è una tendenza emergente nel settore del turismo globale che si sta diffondendo tramite i social media. Si tratta di una pratica in cui i viaggiatori, specialmente della Generazione Z, scelgono mete alternative e meno conosciute che offrono esperienze simili a quelle delle destinazioni turistiche più famose e ambite.
La motivazione principale dietro questa tendenza va oltre il semplice risparmio economico. Con il ritorno del turismo dopo la pandemia, molte delle destinazioni più popolari diventano sempre più affollate, rendendo difficile per i turisti godersi appieno i servizi e le attrazioni offerti, e causando spesso un aumento dei costi per i residenti locali. Inoltre, la commercializzazione e l’afflusso di turisti possono danneggiare l’autenticità e la cultura locale.
Per evitare questi problemi, i viaggiatori del “destination duping” cercano destinazioni che offrano un’esperienza simile a quelle più rinomate, ma che siano meno affollate e più autentiche. Ad esempio, anziché visitare città come Sydney o Bangkok, potrebbero optare per destinazioni alternative come Perth o Pattaya, che offrono un’esperienza simile ma con meno turisti e costi più contenuti.
Ecco alcuni esempi di destinazioni “duping” rispetto alle mete turistiche più famose:
1. San Pietroburgo invece di Venezia
2. Perth invece di Sydney
3. Liverpool invece di Londra
4. Palermo invece di Lisbona
5. Quebec City invece di Ginevra
6. Memphis invece di Nashville
7. Taipei invece di Seoul
A voi ne vengono in mente altre?
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In apertura San Pietroburgo
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