Tumore al cervello: nuovo indice predittivo per la sopravvivenza al glioblastoma – Studio di ricerca rivelatore

La localizzazione del glioblastoma nel cervello può influenzare la sopravvivenza dei pazienti affetti da questo tumore cerebrale maligno. Secondo uno studio condotto da università italiane e tedesche, l’area in cui il cancro si sviluppa può fare la differenza. Se il tumore cresce in regioni ad alta densità di fibre, la prognosi è più breve. Al contrario, se si localizza in regioni a bassa densità di fibre, la prognosi è migliore. Questa scoperta è considerata un nuovo indice diagnostico non invasivo per predire la sopravvivenza nei tumori cerebrali.

Nel corso degli anni, la ricerca si è concentrata principalmente sulle caratteristiche del tumore, come le mutazioni, le interazioni con il sistema immunitario e la risposta alla terapia. Questo studio, invece, ha voluto esaminare le caratteristiche dell’organo colpito, ovvero il cervello. Il cervello è composto da neuroni e da connessioni chiamate connettoma, che collegano le diverse aree cerebrali. Queste connessioni giocano un ruolo fondamentale nella comunicazione tra le diverse regioni del cervello.

La ricerca ha dimostrato che la prognosi del glioblastoma dipende anche dalla densità di queste connessioni nell’area in cui si sviluppa il tumore. I risultati hanno mostrato che una maggiore densità di fibre è associata a una sopravvivenza più breve, mentre una minore densità è associata a una prognosi migliore. Gli autori ipotizzano che ciò possa essere dovuto al fatto che il tumore ha una maggior probabilità di diffondersi alle altre regioni del cervello quando cresce in aree con più connessioni.

La strategia sviluppata dagli scienziati permette di calcolare l’indice di densità delle fibre di sostanza bianca nel punto in cui si sviluppa il tumore utilizzando solo esami di risonanza magnetica cerebrale, evitando così la necessità di esami invasivi.

Secondo Maurizio Corbetta, coordinatore dello studio, queste scoperte dimostrano l’importanza di considerare il cervello umano come parte integrante nella comprensione e nel trattamento del glioblastoma. Oltre a fornire un nuovo indice diagnostico, questa ricerca potrebbe anche aprire nuove possibilità di approcci terapeutici.

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