La tredicesima del 2023 porterà un breve momento di gioia, ma sarà presto dimenticata. Secondo uno studio dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, il 91% dei 43,8 miliardi di euro destinati alla gratifica natalizia dei lavoratori dipendenti e dei pensionati verrà utilizzato per pagamenti e bollette. Solo il 9,6% rimarrà nelle tasche delle famiglie per regali, pranzi, cenoni o eventuali viaggi.
Gran parte della tredicesima sarà destinata a prestiti, mutui e rate, che rappresentano il 29,2% dell’importo totale. Questa voce, da sempre la principale causa di diminuzione della gratifica natalizia, ha subito un aumento a causa dell’aumento dei tassi di interesse da parte della Bce. Molte famiglie si trovano ora in difficoltà a causa dell’aumento delle rate, soprattutto per coloro che avevano contratto mutui a tasso variabile. Le rate sono aumentate notevolmente, mettendo a dura prova le famiglie. Al secondo posto ci sono le bollette, che rappresentano il 24,60% dell’importo totale (nel 2019 era il 22,2%).
Altre voci importanti sono le tasse (12,1%), l’assicurazione auto (14,8%) e l’aumento dei prezzi, che inciderà per il 9,7% sulla tredicesima. Questa situazione rende evidente che il prossimo Natale sarà molto freddo per quanto riguarda i consumi e i regali. Per questo motivo, continuiamo a sostenere che il trimestre anti-inflazione non sia sufficiente. È necessario fare di più per ripristinare il potere d’acquisto delle famiglie, a partire da una riforma delle aliquote IVA, degli oneri di sistema sulle bollette e dal prolungamento del mercato tutelato dell’energia (gas e luce), per evitare ulteriori aumenti per i cittadini. Di seguito è riportata in dettaglio l’incidenza delle principali voci di spesa sull’importo della tredicesima.
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