Negli ultimi anni, l’Italia ha compiuto significativi passi avanti nel campo degli eco-investimenti, segnando un trend crescente verso la sostenibilità e la transizione ecologica. Il 15° Rapporto GreenItaly, presentato dalla Fondazione Symbola, Unioncamere e Centro Studi Tagliacarne, sottolinea l’impegno crescente delle imprese italiane in iniziative che mirano alla sostenibilità ambientale. Questo rapporto, supportato dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, evidenzia risultati incoraggianti e aree di miglioramento, offrendo un panorama dettagliato della situazione attuale.
Tra il 2019 e il 2023, si registrano 571.040 imprese che hanno effettuato eco-investimenti, coprendo un notevole 38,6% del totale delle aziende attive nel settore. Questi dati testimoniano come oltre un’impresa su tre stia investendo nella transizione verde, cercando di allinearsi con gli obiettivi di sostenibilità europea e globale. Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, ha dichiarato l’importanza di questo cambiamento, sottolineando come la transizione verde non rappresenti solo una necessità, ma anche un’enorme opportunità per rilanciare l’economia e il tessuto sociale del Paese in vista dell’appuntamento mondiale di COP29 a Baku. Tali investimenti non solo supportano l’ambiente, ma favoriscono anche la competitività delle aziende italiane nel panorama europeo, svelando un potenziale straordinario nel settore dell’economia circolare.
Nonostante i successi, sfide significative rimangono. La burocrazia e i processi amministrativi complessi possono ostacolare le iniziative verdi, rendendo difficile per le aziende implementare rapidamente progetti sostenibili. Tuttavia, c’è un crescente consenso riguardo alla necessità di un approccio coordinato, in modo da massimizzare le risorse e le capacità imprenditoriali in questa nuova era di transizione.
Il trend degli eco-investimenti ha generato, oltre a benefici ambientali, anche un impulso all’innovazione tecnologica nelle aziende. Secondo Andrea Prete, presidente di Unioncamere, l’88% delle imprese che investe nel green si sta orientando verso l’adozione di tecnologie strategiche Net Zero. Questo include fonti rinnovabili come il fotovoltaico e l’eolico, ma anche soluzioni avanzate come pompe di calore e tecnologie di rete intelligenti.
Questa trasformazione, sebbene promettente, comporta anche nuovi fabbisogni professionali. Le aziende segnalano una carenza di competenze specifiche necessarie per implementare tali tecnologie e, in media, oltre il 50% di esse riscontra difficoltà nel reperire personale qualificato nel campo delle green skills. Questo gap nel mercato del lavoro suggerisce che sia fondamentale investire nella formazione e nell’istruzione, in modo da preparare la forza lavoro alle sfide future della sostenibilità.
L’Italia si distingue come leader europeo nel recupero e riciclo dei materiali. Secondo i dati di Eurostat, la capacità di avvio a riciclo dei rifiuti, sia urbani che speciali, ha raggiunto un impressionante 91,6% nel 2022. Questo dato supera di gran lunga le performance di altre importanti economie europee come Germania, Francia e Spagna. Con un tasso di riciclo effettivo del 75,3% per i materiali di imballaggio, l’Italia ha raggiunto anticipatamente gli obiettivi previsti dalla normativa europea.
Tra le filiere virtuose del riciclo, spiccano i tassi di eccellenza della carta, con il 92,3%, e del vetro, che si attesta a 77,4%. Nonostante le sfide, come rappresenta il caso della plastica con un tasso di riciclo del 48%, ci sono segnali di rapida crescita, specialmente con l’aumento del riciclo della plastica biodegradabile. Anche nel settore degli oli minerali usati, l’Italia dimostra capacità straordinarie, confermandosi a livello europeo con il 98% di raccolta rigenerata.
Inoltre, la gestione dei pneumatici fuori uso ha portato benefici significativi, risparmiando oltre 81 milioni di euro in importazioni di materie prime. Tali attività di recupero non solo contribuiscono all’economia circolare, ma anche alla riduzione delle emissioni, con risultati tangibili in termini di sostenibilità.
Nel 2023, l’Italia ha raggiunto record storici nell’installazione di nuove fonti rinnovabili, toccando un totale di 5,7 GW. Questo trend è particolarmente sostenuto dall’incremento del fotovoltaico, che ha permesso al Paese di posizionarsi tra i primi dieci mercati fotovoltaici a livello mondiale. Il completamento a fine 2025 del più grande impianto di produzione di celle e moduli fotovoltaici d’Europa, ubicato a Catania, rappresenta un passo ulteriore verso l’espansione del settore e il rafforzamento della sua competitività.
La chimica bio-based italiana continua a evolversi con un focus crescente verso una maggiore sostenibilità. Nuove applicazioni industriali stanno emergendo, consolidando l’industria italiana come un’opzione innovativa e rispettosa dell’ambiente. La combinazione di politiche intelligenti, innovazioni tecnologiche e un forte impegno da parte delle aziende rappresenta, quindi, una via promettente per il futuro ecologico e sostenibile del Paese.