Nelle alture di Paphos, un vertice di grande importanza si svolge in un contesto fortemente segnato dalle tensioni internazionali. I leader di nove Paesi europei si riuniscono per affrontare le crescenti preoccupazioni legate ai conflitti in Medio Oriente, in particolare in Libano e Gaza. Questi due scenari critici sono al centro delle discussioni tra la premier Giorgia Meloni e i suoi omologhi europei, in un momento in cui la crisi si aggrava e la stabilità dell’intera regione è minacciata.
Nel corso del vertice Med9, l’accento è posto sulla collaborazione tra i tre Paesi fondatori della dichiarazione comune. Giorgia Meloni, Emmanuel Macron e Pedro Sanchez esprimono unità di intenti nel condannare gli attacchi delle forze israeliane contro le basi Unifil, dove sono presenti militari italiani. La missione Unifil è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1978 e ora si confronta con una situazione pericolosa e imprevedibile. Durante il summit, i leader affermano categoricamente che questi attacchi rappresentano una grave violazione degli impegni internazionali previsti dalla Risoluzione 1701 delle Nazioni Unite. La loro posizione è chiara: “gli attacchi devono cessare immediatamente.”
Meloni, rendendo note le sue dichiarazioni finali, sottolinea l’importanza della missione italiana e afferma fermamente: “Non posso non tornare a condannare quello che è accaduto. Non è accettabile.” Questo gesto non solo riflette una responsabilità politica ma anche un impegno morale verso i militari italiani in missione. La premier ha insistito sulla necessità di giungere a un cessate il fuoco definitivo sia a Gaza che in Libano, richiedendo al contempo il rilascio degli ostaggi israeliani detenuti da Hamas. Queste affermazioni pongono in evidenza la crescente preoccupazione per una potenziale escalation delle hostilità.
Il vertice di Paphos rappresenta anche un’importante occasione per incontri bilaterali. Tra di essi spicca il colloquio tra Meloni e il Re Abdullah II di Giordania. Il sovrano giordano è un attore chiave per la stabilità della regione e porta sul tavolo questioni cruciali, come la situazione dei rifugiati siriani e le difficoltà nel fornire aiuti umanitari a Gaza. Abdullah II illustra un piano per creare un “Gaza humanitarian gateway”, mirato a migliorare la distribuzione degli aiuti, ricevendo il pieno sostegno dell’Italia.
Meloni ha confermato che il governo italiano è già attivo nella iniziativa “Food for Gaza”, sottolineando l’importanza di un approccio coordinato e solidale nella gestione delle crisi umanitarie. Questo dialogo non solo contribuisce a rafforzare le relazioni bilaterali ma offre anche una piattaforma per una collaborazione più intensa nella risoluzione delle crisi regionali.
Un altro momento significativo del vertice è l’incontro tra Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea. Le due leader discutono delle recenti evoluzioni della crisi in Medio Oriente e del conflitto tra Russia e Ucraina. Al centro dell’attenzione vi è anche la questione migratoria, un tema di crescente importanza per i Paesi europei.
Meloni annuncia la prossima attuazione del protocollo d’intesa con l’Albania, che si propone di affrontare in modo innovativo il problema dei flussi migratori e della lotta contro il traffico di esseri umani. Inoltre, la premier enfatizza la necessità di trasformare parola in azione per aumentare la competitività europea, richiamando l’attenzione su settori strategici come l’alta tecnologia, la difesa e l’agricoltura.
Alla fine del summit, è il presidente cipriota Nikos Christodoulidīs a illustrare la dichiarazione conclusiva, in cui i nove Paesi del Mediterraneo chiedono un immediato cessate il fuoco e riaffermano il loro sostegno incondizionato per l’Ucraina. I leader si impegnano anche a promuovere un’attuazione efficace del Patto su asilo e migrazione, con una particolare attenzione all’implementazione di soluzioni sostenibili e tempestive. Con il passaggio di consegne tra Cipro e Slovenia per il prossimo summit mediterraneo, si chiude un incontro caratterizzato dalla seria intenzione di affrontare le sfide della regione con unità e cooperazione.
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