Il Superbonus è oggetto di dibattito economico e politico in Italia da mesi. Durante il 67° Congresso nazionale degli ordini degli ingegneri, il Consiglio nazionale degli ingegneri ha ribadito la necessità di modificare radicalmente i meccanismi di funzionamento del Superbonus. Si suggerisce di ridurre la percentuale di detrazione al di sotto del 110% e di far sostenere parte delle spese dai proprietari degli immobili. Inoltre, si propone di finanziare tali spese con mutui a tasso agevolato garantiti dallo Stato.
È importante considerare che la Direttiva europea Epbd, che si occupa del risanamento energetico degli edifici in Europa, imporrà un rapido miglioramento della classe energetica di milioni di abitazioni. Secondo stime del Centro studi Cni, entro il 2033, circa 13,4 milioni di abitazioni dovranno passare dalle classi energetiche più basse (G, F ed E) alla classe D. Inoltre, entro il 2033, più di 9 milioni di edifici dovranno essere sottoposti a ristrutturazioni energetiche.
È irrealistico pensare che i singoli proprietari possano sostenere interamente le spese di ristrutturazione. Allo stesso tempo, lo Stato non può sostenere completamente un tale volume di spesa. È necessario trovare un meccanismo equilibrato ed efficace.
Al momento, il governo non ha definito un piano di fattibilità per rispettare gli obblighi europei. Recentemente, il governo ha contestato l’efficacia del Superbonus, evidenziando il pesante disavanzo di bilancio che ne deriva. Nonostante ciò, si discute dell’entità del patrimonio immobiliare che deve essere sottoposto a ristrutturazioni energetiche, senza che il governo fornisca dati precisi.
Il Superbonus per l’edilizia è stato ampiamente utilizzato in Italia e ha ricevuto il favore dei proprietari. Tra agosto 2020 e agosto 2023, sono stati spesi 86,3 miliardi di euro per interventi con il Super eco bonus, di cui 85 miliardi ammissibili per la detrazione. Sono stati effettuati interventi di risparmio energetico su 425.351 edifici, principalmente condomini.
È importante notare che la spesa per il Super sismabonus è inferiore, ma comunque significativa. Al momento non sono disponibili dati completi sulla spesa per il Super sismabonus.
Gli investimenti attivati dal solo Super ecobonus ammontano a 86 miliardi di euro dal 2020 al 2023. Nel 2022, la spesa per il Super ecobonus è stata di 46,2 miliardi di euro. È da presumere che un investimento del genere abbia generato produzione, reddito e occupazione nel settore delle costruzioni. Nel 2022, si stima che una spesa di 58,8 miliardi di euro abbia generato un valore aggiunto diretto di 33,7 miliardi e occupazione per 623.000 persone.
Le simulazioni mostrano che la spesa del 2022 ha contribuito al 1,7% del PIL e al 60% degli investimenti nel settore delle abitazioni.
Il gettito fiscale generato dalle ristrutturazioni potrebbe ammontare a circa 40 miliardi di euro, riducendo teoricamente il disavanzo di bilancio dello Stato da 107 a 66 miliardi di euro.
Il Centro studi Cni stima che la spesa di 86 miliardi di euro per il Super ecobonus abbia permesso un risparmio energetico di quasi 16.000 GWh/anno, pari a 1,4 miliardi di metri cubi di gas.
In conclusione, il Superbonus ha avuto un impatto significativo sull’economia italiana, generando investimenti, reddito, occupazione e risparmio energetico. Tuttavia, è necessario rivedere i meccanismi di funzionamento per renderli più adeguati ed equilibrati.