Il decreto anticipi libera 2,76 miliardi di euro dai conti del 2024 per aprire spazi alla manovra. Tuttavia, le cifre della cassa mosse dal provvedimento sono molto più alte, arrivando a un soffio sotto i 28 miliardi di euro. La maggior parte di questi fondi proviene dal Superbonus, che ha visto un aumento di 15 miliardi per compensare gli effetti di cassa prodotti dalle agevolazioni.
Deficit aggiuntivo e tagli a programmi ministeriali
L’intervento del decreto anticipi comporta un deficit aggiuntivo certificato dalla NaDef come impatto degli sconti fiscali in edilizia. Questa cifra agisce a tutto campo, passando attraverso il definanziamento di programmi ministeriali per 3,13 miliardi di euro, il prelievo di 2,775 miliardi dai conti di tesoreria di Cdp e di 2,53 miliardi dal “Patrimonio destinato”. Inoltre, vengono utilizzati 350 milioni inutilizzati nel fondo per l’assegno unico e altrettanti che azzerano il fondo per la disabilità per quest’anno. Altri fondi provengono dai residui del reddito di cittadinanza, dal fondo per la perequazione infrastrutturale e dalla vendita del gas acquistato in emergenza dal Gse.
Rinvio della vendita del gas e nuove disposizioni
Il decreto anticipi apre anche un fabbisogno di 4 miliardi di euro per il rinvio, a fine 2024, della vendita del gas acquistato in emergenza dal Gse nel maggio 2022. Nel testo finale del decreto sono presenti alcune novità rispetto alle norme circolate nei giorni scorsi, come il conguaglio delle pensioni che sarà liquidato a dicembre anziché a novembre e un mese in più per la presa in carico da parte dei servizi sociali degli ex titolari del reddito di cittadinanza. Inoltre, il fondo per l’accoglienza dei profughi dall’Ucraina si dimezza a 46,859 milioni di euro.