La Lega ha presentato un disegno di legge che mira a introdurre stipendi diversi in base al costo della vita tra i territori. Secondo il senatore Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega a Palazzo Madama, il disegno di legge consentirebbe alla contrattazione di secondo livello di utilizzare il parametro del costo della vita per determinare i trattamenti economici accessori per i dipendenti pubblici e privati.
Il presidente di gruppo ha sottolineato che il principio della parità retributiva rimane intatto, poiché si tratta di trattamenti economici accessori. Questi trattamenti possono essere calcolati considerando l’impatto differente dell’aumento dei costi dei beni essenziali sui cittadini, come indicato dagli indici Istat. Ad esempio, nelle grandi città, l’inflazione ha effetti diversi rispetto ad altre zone del Paese.
La proposta prevede l’introduzione di un elemento nuovo, ovvero l’assegnazione di una somma differenziata ai lavoratori in base alla sede dell’azienda. Inoltre, i datori di lavoro privati potrebbero beneficiare di un credito d’imposta per coprire le spese sostenute. Secondo la Lega, si tratta di una proposta di buonsenso.
Tuttavia, il Partito Democratico ha espresso il suo dissenso nei confronti della proposta. Marco Sarracin, deputato e responsabile Sud della segreteria nazionale del Pd, ha affermato che la proposta della Lega mira a spaccare ulteriormente l’Italia e aumentare le disparità tra le regioni. Il Pd non permetterà che ciò accada, poiché una proposta del genere mette in discussione il principio di uguaglianza e la coesione del paese.