La recente audizione di Carlos Tavares, CEO di Stellantis, ha aperto un dibattito acceso sulle future strategie della multinazionale nel contesto del mercato automobilistico italiano. Durante la sua testimonianza al Parlamento, Tavares ha chiesto l’intervento del governo per incentivare l’acquisto di auto elettriche, suscitando reazioni forti e contrastanti, soprattutto da parte della politica italiana. Le affermazioni del CEO mettono in luce la crescente preoccupazione per la situazione del settore automotive, con richieste di maggior supporto governativo e l’urgente necessità di un dialogo costruttivo con le istituzioni.
le critiche di salvini a stellantis
In occasione dell’inaugurazione della nuova linea metropolitana M4 a Milano, il vicepremier e ministro dei trasporti, Matteo Salvini, non ha esitato a criticare Tavares e la gestione di Stellantis, definendola “una mal gestione” di un’azienda storica italiana. Secondo Salvini, la dirigenza dovrebbe chiedere scusa non solo ai dipendenti, ma anche alla storia dell’industria automobilistica italiana. Durante l’audizione, Tavares aveva tranquillizzato l’assemblea affermando che le richieste non erano per il bene della società , ma piuttosto un servizio ai cittadini italiani, affinché potessero accedere a veicoli elettrici a prezzi accessibili. Tuttavia, le parole del vicepremier indicano un aumento della tensione tra il governo italiano e Stellantis, segnale di una preoccupazione diffusa che va oltre le semplici politiche aziendali.
la reazione delle istituzioni e del settore
Dopo le dichiarazioni di Tavares, il governo italiano ha cominciato a rispondere in modo deciso. Daniela Poggio, vice presidente delle comunicazioni di Stellantis, ha cercato di placare le acque affermando l’intenzione della compagnia di mantenere un dialogo aperto e rispettoso con tutte le parti coinvolte. In contrasto, il ministro del made in Italy, Adolfo Urso, ha invitato Stellantis a rimanere e a collaborare attivamente con il paese, esprimendo una posizione che punta alla stabilità del sistema industriale italiano. Urso ha sottolineato la necessità di unire le forze, comprendendo al contempo le sfide della transizione energetica che l’industria automobilistica deve affrontare.
la crisi dell’industria automobilistica in cifre
La situazione attuale di Stellantis è riflessa nei numeri, come evidenziato da Carlo Calenda. La perdita di oltre 11.500 posti di lavoro e il numero crescente di operai in uscita, insieme alla chiusura della gigafactory di Termoli, segnalano un momento critico per il mercato del lavoro nel settore. La produzione di veicoli commerciali è scesa a livelli minimi, mentre i modelli storici italiani vengono sempre più prodotti all’estero, in nazioni quali Algeria, Serbia e Polonia. Questo esodo produttivo ha creato preoccupazioni tra i sindacati e le forze politiche, portando a un’accelerazione delle richieste per un intervento governativo diretto e per un pacchetto di aiuti.
sciopero annunciato e richiesta di intervento
In risposta alla deteriorazione della situazione, i sindacati hanno proclamato uno sciopero per il 18 ottobre, richiedendo una mobilitazione unitaria davanti a Palazzo Chigi per discutere della crisi. I leader sindacali si appellano a tutte le forze politiche affinché sostengano questo gesto, che intende portare la questione della salvaguardia dell’industria automobilistica al centro del dibattito nazionale. L’obiettivo è chiaro: ottenere un tavolo di confronto con i vertici di Stellantis e formulare un piano straordinario per la protezione dell’industria automobilistica e della componentistica a livello europeo, in un momento di transizione critica.