Gli influencer, che si esprimano o scelgano il silenzio su questioni socio-politiche, vengono spesso criticati. Ma perché il web non accetta un religioso e rispettoso silenzio?
Un religioso e rispettoso silenzio è una reazione ragionevole quando non si ha una conoscenza adeguata di un argomento. Tuttavia, sembra che il mondo dei social e del web sia estraneo a questa logica.
Dopo l’inizio degli attacchi del gruppo terroristico Hamas nella Striscia di Gaza, sui social sono iniziate a circolare notizie e video testimonianze degli orrori commessi. Questo ha scatenato una reazione istintiva negli spettatori di tutto il mondo: cercare di capire chi sia il “cattivo” della storia. Gli articoli di approfondimento sono diventati uno strumento per schierarsi e mostrare il proprio sostegno su Instagram o Twitter.
Di fronte a una guerra, come già accaduto in passato con il conflitto in Ucraina, i social si riempiono di polemiche inutili. Ogni volta che si discute di un determinato argomento, il pubblico pretende che gli influencer rispondano immediatamente alla chiamata social, anche quando il tema esula dalla loro area di competenza. Chiara Ferragni ha scelto il silenzio, suscitando l’indignazione dei detrattori. Al contrario, Kylie Jenner ha espresso il suo sostegno a Israele, ma ha ricevuto la stessa reazione negativa.
Chiara Ferragni ha scelto il silenzio sui social di fronte alla guerra in Israele, consapevole che è necessario rivolgersi a fonti autorevoli per affrontare un argomento così complesso. La sua decisione è stata criticata, ma dimostra un buon senso.
Kylie Jenner ha deciso di esprimere il suo sostegno a Israele sui social, ma ha ricevuto molte critiche e ha dovuto cancellare il post. Gli utenti l’hanno accusata di incoerenza.
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