Sport femminile in crisi: il Governo cancella il rifinanziamento del fondo per il professionismo

Il Governo italiano non rifinanzia il fondo triennale per il professionismo nello sport femminile, compromettendo lo sviluppo del settore e suscitando preoccupazioni tra atlete e sostenitori.
Sport femminile in crisi: il Governo cancella il rifinanziamento del fondo per il professionismo - Tendenzediviaggio.it - Foto generata con AI

Brutte notizie per il movimento sportivo femminile in Italia: il Governo ha deciso di non rifinanziare il fondo triennale per il professionismo, una misura introdotta con la Legge di Bilancio. Questo fondo era stato istituito per sostenere le federazioni che avrebbero voluto passare al professionismo, ma nella pratica ha visto una sola aderente, la FIGC, che ha utilizzato il contributo per sviluppare il calcio femminile. La bocciatura di questo finanziamento si configura come un duro colpo per le atlete e per un settore in crescita che richiede sostegno per prosperare.

I dettagli del fondo triennale e il suo impatto

Il fondo per il professionismo nello sport femminile era stato introdotto con il decreto Nannicini durante il governo Conte II, con l’intento di promuovere una transizione verso il professionismo. Questa iniziativa prevedeva finanziamenti per le federazioni che avessero scelto di adottare un approccio professionale per la gestione delle proprie attività. Tuttavia, nel corso degli anni, solo la Federazione Italiana Giuoco Calcio ha deciso di utilizzare queste risorse, inaugurando il professionismo nella Serie A Femminile.

La cancellazione del rifinanziamento arriva in un momento cruciale, in quanto il movimento calcistico femminile italiano stava iniziando a raccogliere risultati e ad attrarre un pubblico crescente, in parte grazie agli investimenti iniziali. Le figure di spicco del calcio femminile e le associazioni sportive avevano espresso forti preoccupazioni sulla sostenibilità futura del settore, temendo che la mancanza di risorse potesse compromettere i progressi fatti. Questo fondo si era rivelato un supporto vitale, contribuendo allo sviluppo di infrastrutture e al miglioramento delle condizioni professionali delle atlete.

Reazioni al mancato rinnovo del fondo

La notizia del mancato rifinanziamento ha sollevato un coro di proteste da parte di molti sostenitori dello sport femminile. L’onorevole Chiara Gribaudo del Partito Democratico ha rilasciato dichiarazioni forti riguardo alla decisione dell’attuale governo, evidenziando la contraddizione tra le promesse fatte e i risultati concreti, sottolineando che gli investimenti del governo precedente, pari a 11 milioni di euro, avevano già aperto la strada alla transizione al professionismo. Secondo lei, non garantire il sostegno necessario rappresenta un duro colpo per le aspirazioni di molte giovani atlete, che stavano vedendo migliorare il proprio ambiente sportivo grazie a queste risorse.

In modo simile, Carolina Morace, ex calciatrice e ora europarlamentare, ha criticato aspramente la scelta del governo, indicando che l’unica federazione a beneficiare del fondo è stata la FIGC. Ha lamentato l’assenza di strategie solide che possano rendere il calcio femminile sostenibile a lungo termine. A suo avviso, è fondamentale prendere esempio da altri paesi, come l’Inghilterra, dove anche i partner privati investono ingenti somme nel movimento femminile.

Le promesse del Governo sul futuro dello sport femminile

Durante un recente incontro all’evento Atreju 2024, il ministro per lo sport e per i giovani, Andrea Abodi, ha manifestato l’intenzione del governo di voler affrontare le problematiche relative al movimento femminile. Abodi ha ribadito che il governo intende fare la propria parte e ha reso noto di sentirsi responsabile in merito, pur riconoscendo che la presenza femminile è ancora molto bassa nel Consiglio Federale. La sua apertura al dialogo viene vista come un segnale positivo, anche se molti sono scettici riguardo alla reale attuazione delle promesse.

Per il momento, il futuro dello sport femminile in Italia resta incerto, complicato dalla cancellazione di un fondo cruciale per la sua crescita e sostenibilità. Le atlete e le federazioni dovranno continuare a lottare per ottenere il supporto necessario per affermarsi non solo a livello nazionale, ma anche sulla scena internazionale.

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