Quasi il 90% dei leader italiani prevede di aumentare gli investimenti in azioni di sostenibilità entro il 2026
Secondo il Rapporto annuale sulla Sostenibilità di Sap, quasi il 90% dei leader italiani prevede di mantenere o aumentare gli investimenti in azioni di sostenibilità entro il 2026. Questi dati emergono dallo studio globale condotto su oltre 4.700 manager d’azienda, di cui 200 in Italia. Nonostante queste previsioni positive, il rapporto evidenzia che ci sono ancora alcune barriere da superare per raggiungere il progresso ambientale.
Difficoltà nel calcolare il ritorno sugli investimenti
Secondo lo studio, il 34% delle aziende italiane afferma che l’azione ambientale sta già avendo un forte impatto sulle opportunità di profitto e crescita. Tuttavia, oltre un terzo delle aziende (34%) ha difficoltà a calcolare il ritorno sugli investimenti, rendendo più difficile dimostrare e sostenere i progressi a lungo termine. Questo ostacolo potrebbe frenare i progressi delle aziende italiane verso la sostenibilità.
Vantaggi finanziari e altre motivazioni
In passato, le misure per la salvaguardia del pianeta da parte delle imprese erano considerate solo un obbligo morale o etico. Tuttavia, le aziende italiane stanno iniziando a vedere anche altri vantaggi a lungo termine, inclusi quelli finanziari. Infatti, il 25% degli intervistati dichiara che le opportunità di guadagno e di profitto sono una delle principali motivazioni che guidano le azioni di sostenibilità delle loro organizzazioni. In un contesto di inflazione, problemi nella catena di approvvigionamento e aumento del costo della vita, i leader italiani considerano l’azione di sostenibilità come un modo per compensare l’incertezza economica. Oltre la metà del campione (57%) si aspetta di vedere un ritorno finanziario positivo sui propri investimenti in sostenibilità entro i prossimi cinque anni.
Secondo Adriano Ceccherini, Chief Operating Officer di Sap Italia, “è indispensabile per attrarre finanziamenti da parte di investitori che hanno bisogno di rendere il proprio portfolio più green e per ottenere un vantaggio competitivo, dato che i clienti richiedono prodotti sostenibili lungo tutta la supply chain”.
Barriere e sfide
Nonostante il legame tra l’azione ambientale e la generazione di ricavi a lungo termine, la ricerca di Sap mostra che le aziende in Italia coinvolgono raramente i responsabili finanziari nelle azioni di sostenibilità. Attualmente, solo il 6,5% delle aziende ha assegnato al proprio Cfo la responsabilità di definire la direzione strategica delle azioni di sostenibilità. Altre barriere alla sostenibilità espresse dagli intervistati includono la mancanza di competenze necessarie (26%), il supporto degli stakeholder (21%) e la mancanza di fondi (20%).
Inoltre, le aziende italiane faticano a misurare l’impatto ambientale dei propri prodotti. Solo il 54% degli intervistati dichiara di essere in grado di tracciare le emissioni di gas a effetto serra prodotte direttamente, mentre solo il 20% dichiara di saperlo fare per le emissioni indirette associate all’energia acquistata dall’azienda e il 16% per le emissioni prodotte indirettamente attraverso la catena di fornitura. Inoltre, un quarto degli intervistati non ha una metodologia coerente per calcolare l’impatto ambientale dei propri prodotti.
In conclusione, nonostante l’impegno dei leader italiani verso la sostenibilità, ci sono ancora sfide da affrontare. È necessario coinvolgere i responsabili finanziari nelle azioni di sostenibilità, superare le barriere come la mancanza di competenze e fondi, e migliorare la misurazione dell’impatto ambientale. Solo così le aziende italiane potranno dimostrare le proprie credenziali e avviare iniziative di impatto a lungo termine.