Sopralluogo nel carcere di Sanremo dopo l’aggressione mortale a detenuto
Si è tenuto oggi un sopralluogo nel carcere di Valle Armea a Sanremo, dove il 22 novembre scorso è avvenuta l’aggressione mortale a Alberto Scagni, condannato per l’omicidio della sorella. Presenti al sopralluogo il pubblico ministero Veronica Meglio di Imperia, la polizia scientifica e i legali del detenuto. L’obiettivo era documentare lo stato della cella dopo l’aggressione, per comprendere la dinamica dell’evento, gli oggetti utilizzati per colpire la vittima e i danni causati. Si è scoperto che i due detenuti autori dell’aggressione hanno utilizzato calci, pugni, uno sgabello e le gambe del tavolo come bastoni. Inoltre, sono riusciti a creare delle lame rudimentali dalle bombole del gas da campeggio utilizzate per cucinare. Sono state danneggiate anche altre due celle, dove i detenuti sono stati trasferiti dopo l’aggressione. Alberto Scagni è ancora ricoverato in coma farmacologico all’ospedale Borea di Sanremo.
Legalità richiesta per l’aggressione in carcere
I legali di Alberto Scagni hanno presentato un esposto alla procura, chiedendo accertamenti sul motivo per cui il detenuto non è stato messo in isolamento dopo la prima aggressione subita nel carcere di Marassi a Genova. Secondo quanto comunicato dai legali, è in corso un’indagine interna per comprendere la situazione, ma non è stato possibile ottenere informazioni sul compagno di cella di Scagni né sulla durata del suo ricovero in infermeria.
Indagine in corso per l’aggressione mortale
Le indagini sull’aggressione mortale a Alberto Scagni sono ancora in corso. La polizia scientifica ha effettuato il sopralluogo nella cella per raccogliere prove e documentare lo stato dei luoghi. Gli oggetti utilizzati per colpire la vittima sono stati fotografati e saranno analizzati per comprendere la dinamica dell’aggressione. Inoltre, si sta indagando sulle bombole del gas da campeggio utilizzate per creare lame rudimentali. I due detenuti autori dell’aggressione sono stati trasferiti di carcere e sono accusati di tentato omicidio e sequestro di persona. La polizia penitenziaria ha anche segnalato danni alle altre due celle dove i detenuti sono stati trasferiti dopo l’aggressione. Alberto Scagni è ancora in condizioni critiche e ricoverato in coma farmacologico.