Il sistema sanitario italiano si trova di fronte a un periodo di sfide significative. Medici e infermieri che operano in questo contesto riferiscono di livelli di stress elevatissimi, frustrazioni e una ricerca di menù a cui accedere per migliorare la propria condizione lavorativa. Il terzo Rapporto sulla salute e il sistema sanitario, presentato oggi a Roma dall’Osservatorio Salute, legalità e previdenza, istituito da Eurispes ed Enpam, evidenzia la crescente preoccupazione per la salute mentale e fisica degli operatori sanitari.
Il report segnala che oltre la metà del personale medico è affetta da burnout, una condizione di esaurimento fisico e mentale frequentemente sottovalutata, che compromette non solo la qualità della vita degli operatori, ma anche il servizio offerto ai pazienti. Secondo una survey condotta dalla Federazione dei medici internisti ospedalieri, il tasso di burnout si attesta al 52% tra i medici, mentre il 45% degli infermieri ne risente. Le donne, per entrambe le professioni, risultano le più colpite, amplificando le difficoltà nel bilanciare lavoro e vita privata. Questo stato di disagio è accentuato dalla mancanza cronica di personale, aggravata da politiche di contenimento della spesa pubblica che hanno portato a un blocco del turnover.
La crescente pressione lavorativa a cui sono sottoposti i professionisti, unita alla scarsità di personale, ha creato condizioni di lavoro insostenibili. Gli strumenti di supporto al personale, spesso inadeguati o addirittura assenti, contribuiscono a peggiorare la situazione. Il risultato è una perdita di fiducia nei confronti del Sistema Sanitario Nazionale, con un numero sempre crescente di operatori che valutano l’uscita dal pubblico verso opportunità più favorevoli nel privato o all’estero.
Un altro aspetto preoccupante del rapporto è l’aumento degli episodi di violenza subiti dal personale sanitario. Circa 18.000 operatori hanno segnalato di essere stati vittime di aggressioni. Di queste, le aggressioni nei confronti delle donne rappresentano il 66% circa, indicando chiaramente una vulnerabilità che non può essere ignorata. L’infermieristica è la professione più colpita, seguita da medici e operatori sociosanitari. Questo clima di insicurezza non solo influisce sulla serenità lavorativa degli operatori, ma ha anche un impatto diretto sull’attrattività della professione, rendendo difficile reclutare nuovi talenti.
Il report mette in evidenza la necessità di interventi mirati per garantire la sicurezza degli operatori e creare un ambiente di lavoro più sostenibile. La formazione di personale addetto alla gestione delle situazioni di crisi e l’implementazione di misure di sicurezza nelle strutture sanitarie sono passi fondamentali. Solo in questo modo sarà possibile contrastare il rapido deterioramento della situazione.
Un elemento interessante che emerge dal rapporto è la crescente presenza femminile nel settore sanitario. Oggi le donne rappresentano due terzi dei professionisti sanitari, portando con sé nuove prospettive e approcci al lavoro. C’è un marked gap generazionale tra la vecchia guardia, composta in gran parte da uomini, e le nuove generazioni di professionisti, come la Gen X e i Millennials, che sono più flessibili e resistenti ai vincoli tradizionali. A questo si aggiungono i nativi digitali della Generazione Z, caratterizzati da un’ulteriore mobilità.
Queste nuove generazioni di operatori sanitari sono maggiormente attenti all’equilibrio tra vita personale e professionale. Le sfide quotidiane della professione sono affrontate in modi diversi, e il valore attribuito alla flessibilità e alla qualità della vita influenzano le decisioni di carriera. La maggiore femminilizzazione della professione ha favorito un’attenzione diversa verso i bisogni e le difficoltà degli operatori, con un’opportunità unica per ripensare e ristrutturare l’intero sistema.
In sintesi, il terzo Rapporto sulla salute e il sistema sanitario disegna un quadro complesso e preoccupante per il personale sanitario in Italia, che avverte una crescente pressione e vulnerabilità. La necessità di riforme profonde è più che mai urgente.