La variante Eris del Covid (EG.5) in aumento in Italia
La variante Eris del Covid (EG.5) sta diventando sempre più predominante in Italia, secondo una recente indagine condotta dall’Istituto superiore di sanità (Iss). Rispetto alla precedente indagine, la prevalenza di questa variante è aumentata dal 44,7% al 51%. Un’altra variante sotto osservazione, chiamata Pirola dagli esperti sui social media, ha registrato un aumento nella sua prevalenza, passando dallo 0,2% all’attuale 1,3%.
D’altra parte, le varianti Arturo XBB.1.16, XBB.1.9 e Acrux XBB.2.3 stanno diminuendo la loro prevalenza. Arturo XBB.1.16 è ora all’8,6%, rispetto al 12,8% della precedente indagine, mentre XBB.1.9 è sceso dal 13,2% al 9,5% e Acrux XBB.2.3 dal 10% al 6,3%.
Questi dati emergono dall’analisi dei campioni raccolti tra il 16 e il 22 ottobre 2023, nell’ambito delle indagini periodiche condotte dai laboratori per valutare la diffusione delle varianti del virus Sars-CoV-2 in Italia.
L’Iss ha sottolineato che i ceppi virali ricombinanti appartenenti al lignaggio XBB continuano a dominare, confermando la tendenza globale. Inoltre, si sta osservando un aumento della circolazione dei discendenti del ceppo BA.2.75 Centaurus, in particolare della variante DV.7, che registra una crescita globale del 4,1%.
La variante Pirola, che presenta numerose mutazioni nella proteina Spike, è in aumento in Italia, come segnalato anche a livello europeo. La sua prevalenza varia tra lo 0% e il 6,3% nelle diverse regioni e province autonome. Tuttavia, al momento non sembra che questa variante sia associata a una maggiore gravità della malattia.
Gli esperti sottolineano l’importanza di continuare a monitorare attentamente la diffusione delle varianti virali, in particolare quelle più trasmissibili o con mutazioni che potrebbero influenzare la risposta immunitaria. Questo monitoraggio deve essere fatto in conformità con le raccomandazioni nazionali e internazionali e le direttive ministeriali.