Il welfare integrativo e sussidiario: una soluzione per il futuro
Il sistema di welfare pubblico sta attraversando una crisi, e sempre più manager, lavoratori e cittadini sentono l’esigenza di un sistema di welfare integrativo e sussidiario. Tuttavia, la speranza di vedere decollare la spesa sanitaria integrativa, che attualmente rappresenta solo il 25% della spesa sanitaria complessiva, pari a circa 41 miliardi su un totale di 171 miliardi, sembra ancora lontana. Questi temi sono stati al centro della discussione durante la 101° Assemblea nazionale di Manageritalia, che si è tenuta a Milano presso l’Hotel Enterprise in Corso Sempione, con la partecipazione di oltre 250 manager provenienti da tutta Italia.
Durante l’assemblea, si è svolta una tavola rotonda dal titolo “Produttività, sussidiarietà, perequazione: i nodi da sciogliere per un nuovo patto sociale”, che ha visto il presidente di Manageritalia, Mario Mantovani, dialogare con esperti del settore come Silvia Ciucciovino, professoressa ordinaria di Diritto del Lavoro presso l’Università degli Studi Roma Tre, Michele Faioli, professore associato di diritto del lavoro presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, e Maurizio Sacconi, presidente Amici di Marco Biagi e già ministro della Salute, del Lavoro e delle Politiche sociali. La discussione si è svolta sotto la moderazione di Jole Saggese, caporedattore di Class Cnbc.
Durante il confronto, è emerso come Manageritalia abbia lavorato negli anni per costruire un sistema di welfare contrattuale che possa colmare le lacune dello Stato e allo stesso tempo costituire la base per un nuovo patto sociale. L’obiettivo è promuovere e incentivare tutte le forme di welfare, sia collettivo che contrattuale, aziendale e individuale, per garantire il futuro dei lavoratori, delle imprese e dell’intero Paese.
Secondo Mario Mantovani, il welfare sussidiario, che è una diretta evoluzione del welfare contrattuale, è l’unico strumento in grado di estendere i suoi benefici a tutti i lavoratori, sia nel settore privato che in quello pubblico. Le risorse destinate al welfare possono contribuire a alleggerire il peso sulle strutture sanitarie pubbliche, migliorando l’efficienza delle prestazioni erogate e trovando un giusto equilibrio tra realtà pubbliche e private. Manageritalia ha lavorato per creare le basi e le premesse per un migliore utilizzo delle politiche attive e per l’integrazione del welfare aziendale in quello contrattuale. Questo impegno è stato motivato dalla convinzione nell’importanza del welfare sussidiario come misura collettiva, valida sia per la sanità che per la previdenza.
Maurizio Sacconi, già ministro della Salute, del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha sottolineato come negli ultimi anni non siano stati fatti progressi significativi nel campo del welfare. I livelli di adesione ai fondi previdenziali e sanitari sono molto bassi, soprattutto tra i giovani e i lavoratori autonomi. In una società in cui le aspettative di vita sono in aumento, è necessaria una maggiore presenza dei fondi nella gestione delle prestazioni sanitarie per tutti i cittadini. Non dovrebbe esserci una contrapposizione tra sanità pubblica e privata, ma piuttosto una complementarità, soprattutto per quanto riguarda l’assistenza a lungo termine. È necessaria una massa critica maggiore per l’assistenza, magari attraverso la convergenza delle risorse dei singoli fondi per superare le dimensioni categoriali e promuovere una visione universale della sanità. L’equilibrio tra pubblico e privato può e deve essere raggiunto valorizzando reciprocamente entrambe le realtà.
Silvia Ciucciovino, professoressa ordinaria di Diritto del lavoro presso l’Università degli Studi Roma Tre, ha sottolineato come il welfare contrattuale sia in grado di rispondere ai bisogni reali dei singoli lavoratori, mentre il welfare pubblico deve tutelare e rispondere agli interessi collettivi. In questa prospettiva, la complementarità tra i due sistemi diventa sempre più auspicabile e necessaria. Proprio questa complementarità dovrebbe essere alla base di un nuovo patto sociale tra imprese, istituzioni e lavoratori, in cui lo Stato riconosca il valore sociale dei fondi privati e li incentivi attraverso misure di agevolazioni contributive, senza gravare sui costi delle aziende.
Michele Faioli, professore associato di diritto del lavoro presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha sottolineato come il welfare aziendale spesso sia obsoleto e non risponda alle nuove esigenze dei lavoratori. È fondamentale avere norme incentivanti per l’adesione ai fondi privati da parte dei singoli e delle aziende al welfare aziendale. Tuttavia, è ancora più importante e urgente avere un testo unico sulla bilateralità, che possa mettere ordine e uniformare le numerose norme che regolano l’azione dei fondi pensione, sanitari e assicurativi, nonché le relative realtà di riferimento.
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