Sindrome del bambino scosso: il 25% dei casi può portare a coma o morte nei neonati

campagna di sensibilizzazione sulla sindrome del bambino scosso in 70 città italiane per prevenire traumi gravi nei neonati e educare genitori e caregiver sui rischi associati.
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sindrome del bambino scosso: il 25% dei casi può causare coma o morte nei neonati, un problema serio da prevenire nel 2025

La sindrome del bambino scosso: un rischio sconosciuto

Dal 5 al 7 aprile 2025, si terranno le Giornate Nazionali di Prevenzione in 70 città italiane, un’iniziativa promossa da Terre des Hommes. La campagna, intitolata “Nonscuoterlo!“, ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla sindrome del bambino scosso, una condizione poco conosciuta ma con conseguenze potenzialmente devastanti. Durante questi giorni, luoghi emblematici come il grattacielo Pirelli di Milano, la Mole Antonelliana di Torino e l’Istituto degli Innocenti di Firenze si illumineranno con i colori della campagna, per richiamare l’attenzione su un tema di grande importanza.

Un trauma silenzioso

Scuotere un neonato per calmarlo può sembrare un gesto innocuo, ma può avere conseguenze gravi. La sindrome del bambino scosso, conosciuta anche come Shaken Baby Syndrome, è una forma di trauma cranico che, secondo le statistiche, può portare al coma o addirittura alla morte in un caso su quattro. I neonati più vulnerabili, in particolare quelli tra le due settimane e i sei mesi, sono a rischio, poiché il loro pianto può diventare intenso e difficile da gestire. Questo stress può indurre genitori o caregiver a reazioni impulsive, con gesti fatali.

Stefania Zampogna, presidente della Società Italiana di Medicina di Emergenza e Pediatria (Simeup), evidenzia l’importanza di riconoscere i segnali di rischio e di intervenire con consapevolezza. “La prevenzione passa dalla formazione e dalla vicinanza alle famiglie, soprattutto nei momenti di maggiore fragilità”, afferma Zampogna. È essenziale che i genitori comprendano che la perdita di controllo, anche per pochi secondi, può avere conseguenze drammatiche.

Le conseguenze devastanti

Le conseguenze della sindrome del bambino scosso non si limitano al coma o alla morte. I bambini che sopravvivono a questo tipo di trauma possono affrontare una serie di problemi a lungo termine, tra cui danni cerebrali, difficoltà visive e uditive, oltre a disturbi comportamentali e di coordinazione motoria. La prima indagine condotta da Terre des Hommes ha rivelato che molti dei bambini colpiti da questa sindrome erano già stati portati in pronto soccorso e presentavano segni di maltrattamento. Questo sottolinea l’importanza di un intervento tempestivo e di una formazione adeguata per chi si prende cura dei più piccoli.

Federica Giannotta, responsabile Advocacy e Programmi Italia di Terre des Hommes, aggiunge che la sindrome del bambino scosso è spesso il risultato di una scarsa informazione. “Non sempre è frutto di una reale intenzione di nuocere”, spiega. “È cruciale educare i genitori e i caregiver su quali comportamenti evitare per calmare un neonato. Se ci si sente sopraffatti, è meglio allontanarsi per un momento e recuperare il proprio equilibrio”.

Il ruolo dei professionisti della salute

Il coinvolgimento di pediatri e operatori di pronto soccorso è fondamentale nella lotta contro la sindrome del bambino scosso. Questi professionisti devono essere in grado di riconoscere i segni di maltrattamento e intervenire in modo appropriato. I dati mostrano che in un terzo dei casi analizzati, i bambini colpiti da questa sindrome erano già stati visitati in pronto soccorso per altri motivi, evidenziando la necessità di maggiore attenzione e formazione in questo ambito.

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