Sindaco di Gradisca: Il Centro di Permanenza per il Rimpatrio rappresenta un grave rischio-una situazione esplosiva che necessita attenzione.

Il Cpr di Gradisca d'Isonzo in una foto di archivio ANSA /ALICE FUMIS

Il Centro di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr) situato a Gradisca d’Isonzo, in provincia di Gorizia, è oggetto di critiche da parte del sindaco Linda Tomasinsig. Secondo il sindaco, il Cpr rappresenta una bomba pronta ad esplodere in qualsiasi momento, a causa del livello di violenza che si genera al suo interno e della mancanza di regole specifiche per chi lo gestisce.

Nel Comune di Gradisca d’Isonzo vi è anche un centro di accoglienza che ospita circa 600 migranti, accanto al Cpr che ospita un centinaio di persone. Secondo il sindaco, questi numeri sono eccessivi e creano problemi sia dal punto di vista economico, che sociale e umano.

Il Sindaco Tomasinsig critica anche il numero esiguo di persone rimpatriate attraverso il Cpr. Infatti, nel 2022 sono state rimpatriate solo poco più di 3.000 persone provenienti da tutta Italia. Secondo il sindaco, questo risultato è irrisorio, considerando gli alti costi sia dal punto di vista economico che sociale e umano.

Il governo, secondo il sindaco, ha proposto una misura che viene considerata come una sorta di misura symbolica, senza affrontare i problemi veri legati al Cpr.

In conclusione, il sindaco Linda Tomasinsig critica fortemente il Cpr di Gradisca d’Isonzo, definendolo una bomba pronta ad esplodere, a causa della violenza presente al suo interno e della mancanza di regole specifiche per la gestione della struttura. Inoltre, il sindaco ritiene che il numero esiguo di persone rimpatriate tramite il Cpr, rispetto al numero totale di migranti ospitati nella zona, evidenzi dei costi economici, sociali e umani altissimi. Il governo, secondo il sindaco, dovrebbe affrontare questi problemi in modo più concreto, invece di proporre misure simboliche.

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