Screening per l’HCV in Italia: il programma nazionale e i risultati raggiunti fino ad ora

Il Ministero della Salute italiano avvia un programma di screening per l’epatite C, investendo 71,5 milioni di euro e diagnosticando oltre 13.700 casi tra le popolazioni a rischio.
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Un’importante iniziativa del Ministero della Salute italiano è stata avviata nel 2020 per combattere le infezioni da HCV . Questo programma di screening nazionale ha come obiettivo la diagnosi precoce e la cura dell’epatite C in specifiche popolazioni, contribuendo significativamente alla sanità pubblica. Grazie a un investimento di 71,5 milioni di euro, questa campagna di screening ha già coinvolto oltre 2 milioni di persone, permettendo l’identificazione di circa 13.700 casi attivi della malattia.

L’importanza dello screening

Il programma di screening per l’infezione da HCV è orientato verso tre categorie specifiche: le persone nate tra il 1969 e il 1989, coloro che accedono ai servizi pubblici legati alle dipendenze, come i Serd, e le persone detenute in carcere. Queste popolazioni sono state selezionate a causa del loro rischio maggiore di contrarre il virus. Anna Caraglia, della Direzione Generale della Prevenzione del Ministero della Salute, ha sottolineato come l’iniziativa permetta l’accesso a terapie efficaci, favorendo l’eliminazione dell’infezione e la prevenzione delle complicanze gravi.

Un aspetto cruciale del programma consiste proprio nel suo allineamento con le linee guida internazionali che mirano all’eliminazione dell’epatite C entro il 2030. Ciò implica non solo la diagnosi precoce, ma anche l’accesso alla cura per ridurre il numero di nuovi contagi. Ogni progresso nel trattamento e nella diagnosi dell’epatite C rappresenta un passo significativo verso il miglioramento della salute pubblica generale.

I risultati finora ottenuti

Dall’inizio del programma, è stato possibile effettuare screening su oltre 2 milioni di persone, identificando 13.700 casi di infezione attiva. Questo numero non rappresenta solo una statistica, ma significa che queste persone hanno avuto accesso a trattamenti e cure che possono migliorare significativamente la loro qualità della vita. Grazie alle terapie attuali, molte di queste persone possono aspirare a una completa eliminazione del virus e al ripristino della salute epatica.

Caraglia ha anche enfatizzato il ruolo fondamentale di questo programma nell’interruzione della catena di trasmissione del virus. Eliminare l’infezione in una popolazione significa contribuire a un futuro più sano per tutti, riducendo il rischio di nuovi contagi. Inoltre, il programma si rivela essenziale anche per comprendere meglio il fenomeno del sommerso, ovvero quelle persone infettate che non sono ancora state diagnosticate.

Sfide e opportunità

Tuttavia, nonostante i risultati promettenti, ci sono ancora delle sfide da affrontare. Alcune Regioni italiane non hanno fornito i dati richiesti dal Ministero della Salute, ostacolando così un’implementazione completa del programma. Queste mancanze di comunicazione possono ritardare l’accesso ai trattamenti e di conseguenza compromettere gli obiettivi di eradizione fissati dagli organismi internazionali.

L’incontro “Epatite C: obiettivo eliminazione, il momento è adesso” ha rappresentato un’opportunità per raccogliere feedback e istanze dalle Regioni e Province Autonome, i cui enti sono cruciali per il successo dell’attuazione del programma. È fondamentale che tutte le regioni collaborino e forniscano i dati necessari per valutare l’efficacia dello screening.

Il programma di screening per l’HCV è un passo importante verso la lotta contro l’epatite C in Italia, con implicazioni profonde per il sistema sanitario nazionale e la salute pubblica. L’impegno per raggiungere gli obiettivi di eliminazione della malattia deve continuare, rafforzando la cooperazione tra tutte le parti interessate.