“Scoprire San Croce a Firenze: le Digital Humanities ricreano il passato artistico”

la basilica di santa croce a firenze si rinnova grazie alle digital humanities, rivelando dettagli storici e artistici attraverso la ricostruzione virtuale e nuove scoperte.
"Immagine di San Croce a Firenze, dove le Digital Humanities rivivono il passato artistico." "Immagine di San Croce a Firenze, dove le Digital Humanities rivivono il passato artistico."
"Esplora San Croce a Firenze nel 2025: le Digital Humanities riportano in vita il patrimonio artistico del passato."

La basilica di Santa Croce a Firenze sta attraversando un periodo di straordinaria rinascita grazie all’adozione delle Digital Humanities. Questo approccio innovativo ha reso possibile la ricostruzione della posizione originale del famoso Crocifisso di Donatello, datato ai primi anni del Quattrocento. La collaborazione tra l’Opera di Santa Croce e l’Università di Firenze ha dato vita a un progetto che non solo riporta alla luce il passato artistico del complesso, ma offre anche un coinvolgente viaggio nel tempo, svelando dettagli storici e architettonici del Due e Trecento.

Dal 2019, anno di avvio di questa proficua partnership, sono emerse nuove scoperte, tra cui la classificazione di alcune vetrate, attribuendo a Giotto la creazione di figure bibliche come Mosè, Davide, Aronne e Salomone. Queste rappresentazioni si trovano nella parte inferiore della bifora centrale della Cappella Maggiore. Inoltre, sono stati approfonditi i resti della prima basilica di Santa Croce, significativamente più piccola rispetto all’attuale, i cui resti sono stati riportati alla luce durante gli scavi del 1967.

La ricostruzione virtuale del tramezzo monumentale

Uno dei risultati più affascinanti di questo progetto è la ricostruzione virtuale del tramezzo monumentale, una struttura che separava la basilica in due sezioni: una dedicata al popolo e l’altra alla comunità francescana. Grazie alle tecnologie digitali, è stata realizzata una rappresentazione grafica di questa struttura fondamentale, attraverso due fasi di lavoro: il rilievo digitale e la modellazione virtuale. Questo metodo ha consentito di ricollocare virtualmente le opere d’arte che si presume adornassero il tramezzo, creando un collegamento visivo con l’ambiente circostante.

Le ricerche hanno suggerito che tre opere d’arte fossero posizionate al piano superiore del tramezzo. Al centro, il grande Crocifisso del Maestro di Figline, attualmente collocato sull’altare maggiore. A sinistra, la Pala Bardi di Coppo di Marcovaldo, con le sue narrazioni dedicate a San Francesco, e a destra la Maestà del Maestro di Figline. Inoltre, gli studiosi ipotizzano la possibile presenza della Stimmatizzazione di San Francesco di Taddeo Gaddi, oggi conservata all’Harvard Art Museum.

Presentazione dei risultati

La presentazione dei risultati di questa collaborazione ha visto come protagonisti il segretario generale dell’Opera di Santa Croce, Stefano Filipponi, la rettrice dell’Università di Firenze, Alessandra Petrucci, e i docenti Fulvio Cervini e Emanuela Ferretti. Durante l’incontro, sono stati mostrati anche i rilievi digitali effettuati negli ambienti ipogei della basilica, che hanno rivelato nuove ipotesi strutturali. Questo lavoro ha aperto nuove prospettive di ricerca e comprensione del patrimonio artistico e culturale di Santa Croce, dimostrando come la tecnologia possa rivelarsi un prezioso alleato nella valorizzazione della storia.

In un’epoca in cui il digitale assume un ruolo sempre più centrale, la basilica di Santa Croce si conferma un luogo di grande rilevanza non solo per la sua bellezza architettonica, ma anche per il suo potenziale di innovazione e scoperta.

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