Scontri a Gaza: Bilancio delle vittime potrebbe superare i 70.000 morti secondo ricerca statistica

Il conflitto in corso nella Striscia di Gaza sta continuando a sollevare preoccupazioni internazionali per l’alto numero di vittime tra la popolazione civile. Recenti analisi condotte da esperti della London School of Hygiene & Tropical Medicine rivelano che il numero delle vittime, come riportato dal Ministero della Salute palestinese, potrebbe essere gravemente sottostimato. Mentre il ministero afferma che il bilancio attuale è di circa 46.000 morti, le ricerche suggeriscono che i decessi reali potrebbero già superare i 70.000.

Valutazione delle vittime: un’analisi statistica approfondita

Il report pubblicato sulla rivista “The Lancet”, redatto dall’epidemiologa Zeina Jamaluddine e dal suo team, analizza il numero di vittime dall’inizio delle ostilità, scatenate dall’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, fino alla fine di giugno 2024. Questa analisi ha portato a una stima che coinvolge un totale di 64.260 vittime, con una significativa differenza rispetto ai 37.877 decessi riportati ufficialmente dal Ministero della Salute. I dati ufficiali sono basati su un bilancio aggiornato al gennaio 2025, che ha fornito un conteggio totale di morti in 15 mesi di conflitto, confermando quindi l’urgenza e la veridicità delle preoccupazioni espresse dai ricercatori.

La metodologia utilizzata è stata quella del cattura-ricattura, che combina diverse fonti di informazione per stimare il numero di morti in contesti in cui i registri potrebbero non essere completi. Le fonti analizzate comprendono registri ospedalieri, sondaggi online e necrologi sui social media, tutti volti a offrire una visione più precisa dell’impatto del conflitto sulla popolazione civile.

Demografia delle vittime e implicazioni delle violenze

Un aspetto allarmante di questa analisi è la composizione demografica delle vittime. Secondo i ricercatori, il 59% delle vittime è costituito da donne, bambini e anziani. Questa statistica mette in luce l’ingiustizia delle perdite umane, suggerendo che le categorie più vulnerabili della popolazione stanno subendo un impatto sproporzionato. Le conseguenze della guerra non si limitano solamente ai decessi diretti causati dalle violenze, ma si estendono anche a molte altre situazioni di rischio.

Gli studiosi hanno osservato che il conflitto ha portato a decessi non solo a causa di lesioni traumatiche, ma anche attraverso condizioni indesiderate legate al conflitto, come la mancanza di assistenza sanitaria adeguata, l’insicurezza alimentare e la scarsità di acqua potabile. Tutti questi fattori contribuiscono a un deterioramento generalizzato delle condizioni di vita, aumentando ulteriormente il numero di vittime collaterali.

Inadeguatezza dell’infrastruttura sanitaria e necessità di interventi urgenti

I risultati della ricerca evidenziano come il collasso dell’infrastruttura sanitaria a Gaza abbia reso praticamente impossibile un conteggio accurato delle vittime. Le violenze in corso hanno distrutto ospedali e ambulanze, causando una drammatica insufficienza di personale medico e di risorse. Queste condizioni hanno compromesso la capacità di registrare e curare efficacemente i feriti.

L’Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite è intervenuto, condannando il numero elevato di civili uccisi e suggerendo che le scoperte della ricerca di Jamaluddine evidenziano un ulteriore allerta sulla situazione. “Il numero di decessi per lesioni traumatiche è sottostimato di circa il 41% – ha dichiarato Jamaluddine.” Le sue affermazioni riflettono l’urgenza di implementare interventi di protezione per i civili, con la necessità di piani di supporto e recupero per evitare ulteriori perdite.

La situazione a Gaza continua a svilupparsi, con conseguenze devastanti per la popolazione già gravemente provata dalle vicende in corso. Il mondo sta osservando, chiedendosi quali azioni saranno intraprese per ridurre il numero di vittime e per garantire la sicurezza dei civili in una situazione così critica.