L’utilizzo dell’intelligenza artificiale (AI) offre grandi opportunità per ottimizzare le risorse umane e materiali nel settore sanitario. Secondo Francesco Gabbrielli, direttore del Centro nazionale per la Telemedicina e le nuove tecnologie assistenziali dell’Istituto superiore di sanità, l’AI può già oggi migliorare la pratica clinica e la ricerca scientifica.
Nella pratica clinica, è necessario trovare nuovi modi per sperimentare correttamente l’AI dal punto di vista medico. Inoltre, l’AI può fornire risultati significativi nello sviluppo di nuovi sistemi di ricerca dei farmaci e nello studio della fisiologia e fisiopatologia utilizzando sensori distribuiti nell’ambiente o sui pazienti.
Tuttavia, l’utilizzo dell’AI comporta una grande quantità di dati che devono essere elaborati in modo costruttivo per ottenere risultati significativi. Gabbrielli sottolinea che i computer e l’AI possono fornire risultati precisi in pochi secondi, rispetto ai lunghi anni che una persona impiegherebbe per fare gli stessi calcoli.
Riguardo ai rischi, Gabbrielli avverte che è importante evitare sia la demonizzazione che l’idealizzazione dell’AI. L’AI è solo uno strumento che deve essere utilizzato in modo appropriato dagli esseri umani. La macchina impara e trova correlazioni matematiche basandosi sui dati forniti dagli esseri umani. Pertanto, è fondamentale comprendere e utilizzare correttamente questo strumento.
Gabbrielli sottolinea che l’AI rappresenta una grande sfida ma anche una grande opportunità per la ricerca medica. Invita a non lasciarsi sfuggire questa opportunità e a sfruttare al massimo il potenziale dell’AI nel settore sanitario.