L’Italia si divide tra progresso e stagnazione delle infrastrutture
Nei prossimi mesi e anni, l’Italia si troverà di fronte a due visioni contrastanti: una che mira al progresso e una che si aggrappa al passato. L’Italia del “no” è rappresentata da coloro che hanno ostacolato per anni i progetti per il Passante di Firenze. Cambiano nome, passando da “No Tav” o “No Mose” a “No Ponte”, ma l’obiettivo è sempre lo stesso: fermare lo sviluppo del Paese. Io, invece, ho una visione culturale, politica e professionale diversa, che coinvolge anche le autorità locali. Sono convinto che Aspi, l’azienda che gestisce le autostrade, riuscirà a fare ancora di più di quanto abbia fatto finora, per soddisfare appieno le comunità locali entro il 2023 e il 2024. Nel frattempo, continuiamo a prestare la stessa attenzione alla Firenze Sud, alla Firenze Nord e alla Grosseto-Fano”. Queste sono le parole del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, durante una visita al cantiere dell’autostrada A1 tra Firenze e Incisa.
“L’Italia ha un’opportunità unica nei prossimi anni per colmare il divario infrastrutturale che ha caratterizzato la politica e l’amministrazione per decenni”, continua Salvini. “E non sto parlando di partiti, perché la collaborazione con la Regione Toscana è estremamente positiva dal punto di vista delle infrastrutture. Inoltre, sono particolarmente soddisfatto del fatto che il settore pubblico e privato abbiano ripreso a lavorare insieme in questi mesi. Non vedo l’ora di visitare i lavori sulla Firenze Mare, che rappresenta un’importante arteria stradale”. Per troppo tempo, aggiunge il ministro, “la progettazione della Tirennica è rimasta bloccata. L’unico tratto costiero senza una rete autostradale è quello tirrenico. Ma faremo del nostro meglio per superare anche gli ostacoli lungo questa tratta, creati dai professionisti del ‘no'”.
“Inoltre, va sottolineato che 1 miliardo di investimenti pubblici può creare tra i 15.000 e i 20.000 posti di lavoro”, afferma Salvini. “Quindi lascio agli altri il compito di essere contrari per professione”.
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