La Società italiana di pediatria (Sip) ha lanciato un allarme durante il 78° Congresso nazionale della Sip a Torino: la percentuale di minori stranieri in carico ai servizi per maltrattamento è tre volte superiore rispetto alla popolazione minorile italiana.
Molti minori migranti, provenienti da contesti familiari e sociali caratterizzati dalla violenza, si trovano ad affrontare situazioni di conflitto che possono sfociare in violenza diretta o assistita, soprattutto a danno delle donne.
Le bambine e le ragazze appartenenti a famiglie migranti, prive di risorse e in condizioni di irregolarità, sono particolarmente vulnerabili all’esposizione alla violenza. Inoltre, sono spesso costrette a matrimoni forzati e a subire mutilazioni genitali femminili.
Secondo il Gruppo nazionale di lavoro bambini migranti della Sip (Gnlbm), circa duemila ragazze nate in Italia sono costrette a sposarsi ogni anno nel loro Paese d’origine, spesso in matrimoni precoci e forzati. Inoltre, si stima che tra il 15% e il 24% delle ragazze provenienti da Paesi a tradizione escissoria in Italia siano a rischio di subire mutilazioni genitali femminili.
La situazione rappresenta un grave ostacolo all’autodeterminazione e alla salute psichica di queste minori, che necessitano di interventi mirati per garantire loro protezione e supporto adeguati. La Sip sottolinea l’importanza di affrontare questo problema e di promuovere politiche e azioni concrete per contrastare la violenza e tutelare i diritti dei minori stranieri in Italia.