Roberto Cacciapaglia, noto pianista e compositore di fama internazionale, ha lanciato il suo nuovo album “Time To Be“, disponibile dal 28 novembre. Questo progetto discografico si propone di esplorare la profondità dell’esperienza umana, invitando gli ascoltatori a riflettere su temi di armonia e spiritualità in un’epoca dominata dalla frenesia. Ogni traccia si propone di rappresentare un aspetto del nostro essere, allontanandosi dall’idea di musica come semplice intrattenimento.
Un concetto innovativo di musica
Cacciapaglia descrive “Time To Be” come un’opera che trascende la mera creazione musicale per abbracciare un’idea più profonda: quella di “essere musica” piuttosto che “farla“. La sua riflessione nasce dall’osservazione di una società sempre più proiettata verso l’azione e i risultati tangibili. Il compositore osserva come l’attenzione si sia spostata sull’ottenere invece che sull’essere, e ci invita a considerare un percorso di crescita personale attraverso l’ascolto. Cacciapaglia raccoglie dieci tracce nell’album, ognuna delle quali rappresenta una tappa di questo viaggio interiore.
La nuova direzione musicale scelta dall’artista si concentra su una formazione minimalista, includendo pianoforte, violoncello, violoncello elettrico e postazione elettronica. Ciò segna un ritorno all’essenziale, in un’epoca in cui la complessità sembra regnare sovrana. Cacciapaglia sottolinea come la musica debba esprimere il suo vero essere, lontano dalle distrazioni e dalle artificiosità moderne. Questa scelta stilistica mira a riscoprire l’autenticità del suono, con l’ausilio di tecnologie all’avanguardia che, pur non generando suoni artificiali, valorizzano l’acustica naturale.
Tematiche e sensibilità nei brani
Le tracce di “Time To Be” affrontano una varietà di temi, dai messaggi poetici di celebrazione della natura, come nel brano “Alma“, alla meditativa preghiera universale di “Pater Noster“, che chiude l’album. Un’altra composizione, “Borderlands“, esplora i confini, suggerendo l’idea di andare oltre le divisioni che ci separano. Attraverso queste opere, Cacciapaglia invita a riflettere su un concetto fondamentale: oltrepassare i confini non deve essere solo un’azione fisica, ma un’opportunità di connessione e comprensione.
Il compositore mette in luce il suo primo LP, “Assonanze“, il quale rappresentava un incontro tra diverse dimensioni musicali. “Borderlands” riprende questa idea, parlando non solo dei confini geografici, ma dei limiti imposti dalla società. La musica, secondo Cacciapaglia, deve diventare un ponte che unisce le culture e le diverse anime, favorendo l’armonia in un mondo spesso conflittuale. Percorrendo il silenzio tra le note, si può giungere a una comunicazione più profonda, rispondendo alle necessità di un pubblico deluso dall’intrattenimento superficiale.
La musica come esperienza collettiva
Nel contesto dell’attuale panorama musicale italiano, Cacciapaglia nota una nuova consapevolezza tra gli ascoltatori. Nonostante le sfide e la varietà delle proposte musicali, l’artista percepisce un forte desiderio di significato profondo. Le sue esperienze live dimostrano che il pubblico non cerca più esclusivamente svago, ma un legame con l’arte. Questo desiderio si riflette in un’atmosfera di condivisione e scoperta, che unisce persone di provenienze e culture diverse, generando un senso di unità attraverso la musica.
Questo approccio ha reso la sua musica un fenomeno unico, in grado di attrarre un vasto pubblico, da Cina a Russia, fino agli Stati Uniti. Cacciapaglia osserva quanto sia affascinante vedere come le barriere culturali si dissolvano quando le persone si riuniscono per apprezzare la musica. La capacità di suscitare sentimenti di tolleranza e compassione è uno dei grandi poteri dell’arte.
Un progetto musicale in arrivo
Con la promessa di una serie di concerti tra marzo e aprile del 2025, Cacciapaglia non si limita a presentare il suo lavoro, ma offre un’esperienza sensoriale che va oltre il semplice ascolto. Le esibizioni si svolgeranno in sei teatri italiani, dove il pubblico non sarà solo spettatore, ma parte attiva della performance. L’idea è quella di intonare una nota fondamentale, il la, per abbattere le divisioni tra musicista e pubblico, creando un’atmosfera di profonda connessione. Cacciapaglia conclude sottolineando l’importanza dell’esperienza condivisa, auspicando che la musica continui a essere un veicolo di unione e consapevolezza in un mondo che ha tanto bisogno di ascolto e introspezione.