Roberto Artusio esplora a Splash la ricca cultura messicana oltre tequila e mezcal

roberto artusio e la mixology italiana: innovazione e sfide nel mercato dei distillati messicani fino al 2025
"Roberto Artusio presenta la cultura messicana a Splash, oltre tequila e mezcal." "Roberto Artusio presenta la cultura messicana a Splash, oltre tequila e mezcal."
Roberto Artusio presenta a Splash un viaggio nella cultura messicana, scoprendo tradizioni e sapori oltre tequila e mezcal

Nel panorama della mixology italiana, il nome di Roberto Artusio emerge come un simbolo di innovazione e dedizione alla cultura messicana. Fondatore di La Punta di Roma, un locale che ha saputo elevare l’arte del bere, Artusio ha recentemente partecipato a Splash, dove ha condiviso le sue riflessioni sulle evoluzioni del settore dei distillati messicani e le sfide previste per il 2025.

L’evoluzione della cultura dei distillati

Quando Roberto Artusio ha inaugurato La Punta undici anni fa, il mercato dei distillati messicani in Italia era pressoché inesistente, limitato a pochi nomi come Dom Costa. Insieme al socio Cristian Bugiada, Artusio ha intrapreso un viaggio di esplorazione, visitando produttori e approfondendo la conoscenza di un settore in rapida espansione. “È stata una vera e propria sfida”, racconta, evidenziando le difficoltà di farsi strada in un mercato poco informato.

Oggi, la percezione di tequila e mezcal ha subito una trasformazione radicale. “In passato, questi distillati erano spesso associati a stereotipi negativi”, spiega Artusio. “La tequila era considerata un prodotto di bassa qualità e il mezcal era stigmatizzato per il famoso verme.” Grazie all’impegno di numerosi professionisti, il mercato ha acquisito una nuova consapevolezza, celebrando la ricchezza e la varietà di questi prodotti. “Si è sviluppata una vera e propria cultura che ne riconosce la storia e la diversità”, aggiunge.

Ma non è solo l’agave a rappresentare il Messico nel bicchiere. Artusio ha ampliato la sua selezione, includendo whisky messicani realizzati con mais autoctono e distillati di canna da zucchero come la Ciaranda. “Il nostro obiettivo è promuovere il Messico in tutte le sue sfumature”, afferma con entusiasmo.

Le sfide del mercato attuale

Discutendo delle difficoltà che il settore affronta, Artusio non può trascurare l’impatto dei dazi statunitensi sui distillati messicani. “I dazi sono un problema, ma non l’unico”, chiarisce. “Il potere d’acquisto del dollaro gioca un ruolo cruciale. L’anno scorso, l’agave avrebbe potuto diventare il distillato più venduto negli Stati Uniti, ma la frenata economica ha rallentato tutto.” Questo ha portato a una diminuzione degli acquisti da parte di importatori e distributori, creando un forte impatto sul mercato.

In un contesto così complesso, Artusio consiglia di esplorare anche altre realtà. “Se devo consigliare dei locali, sicuramente il Boats di Ortigia, dove mi sento a casa. E poi il Dirty di Ascoli Piceno e il Nick&Nora a Napoli, un posto piccolo ma con un’anima unica”, dice, mostrando il suo amore per la scena gastronomica italiana.

Rendere gli eventi più memorabili

Quando si parla di eventi nel settore, Artusio ha una visione chiara. “È tempo di abbandonare le solite guest shift!”, afferma con decisione. Propone un approccio più interattivo, dove i bartender possano raccontare storie legate ai drink, creando un’esperienza coinvolgente per il pubblico. “Il futuro risiede nello storytelling, non solo nella tecnica di preparazione”, sottolinea.

Inoltre, non dimentica l’importanza della musica nell’atmosfera di un locale. “Molti sottovalutano il valore di una selezione musicale che rispecchi l’identità del bar”, spiega. La musica, secondo lui, deve essere in grado di trasmettere emozioni e integrarsi perfettamente con il concetto del locale.

Tendenze e prospettive future

Con l’emergere dei Soberbar, Artusio esprime la sua opinione. “Nonostante la crescente richiesta di drink low e zero alcool, non credo che questa sia la strada giusta. Bere responsabilmente è una questione di cultura, non di proibizionismo”, afferma con convinzione.

Guardando al futuro, le sue aspettative per il mercato degli spirits non sono ottimistiche. “Non penso che nel 2025 e 2026 assisteremo a una crescita significativa. I consumi sono in calo e la mancanza di liquidità è evidente. Le catene di hotel di lusso hanno congelato gli investimenti fino al 2027″, conclude. “Tutti noi stiamo aspettando il momento giusto per ripartire.”

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