Le recenti scoperte del New York Times svelano dettagli inquietanti riguardo la pianificazione di un attacco di Hamas contro Israele, programmato per il 2022. Documenti scoperti dalle forze israeliane a Gaza rivelano che l’organizzazione terroristica ha deciso di posticipare le sue offensive nel tentativo di coinvolgere l’Iran e Hezbollah. Questi incontri segreti dimostrano una strategia articolata da parte di Hamas per coordinare un attacco su larga scala.
Questi documenti riservati raccolti da Gaza offrono una finestra significativa sulla strategia di Hamas. Il leader Yahya Sinwar ha mostrato una decisa determinazione nel cercare di convincere i suoi alleati regionali a unirsi a un’azione militare contro Israele. Le riunioni segrete, che hanno avuto luogo in momenti critici, hanno incluso discussioni che si sono concentrate sull’importanza di una coordinazione tra Hamas, Iran e Hezbollah. Sinwar ha sottolineato l’importanza di capitalizzare sulle attuali tensioni interne in Israele, in particolare le proteste contro le riforme giudiziarie del governo di Netanyahu. Questa situazione, secondo Hamas, avrebbe offerto un’opportunità strategica per lanciare un’offensiva.
Nel giugno del 2023, un comandante di Hamas è stato inviato in Libano, dove ha incontrato un alto ufficiale iraniano. Durante questo incontro, Hamas ha cercato di ottenere il supporto di Teheran per colpire obiettivi strategici all’inizio degli attacchi. I documenti suggeriscono che, mentre Iran e Hezbollah erano inizialmente favorevoli ai piani, entrambi necessitavano di un periodo di preparazione più lungo, il che ha indotto Hamas a considerare la possibilità di procedere autonomamente.
I documenti rivelano che la decisione di eseguire l’attacco il 7 ottobre è stata influenzata da diversi fattori. Innanzitutto, Hamas aveva l’intenzione di impedire il progresso delle relazioni tra Israele e Arabia Saudita, che stavano avanzando verso una normalizzazione. La considerevole attesa di Hamas, che ha evitato scontri significativi con Israele dal 2021, è stata strategica, mirata a massimizzare l’impatto sorpresa del loro attacco.
Hamas ha mantenuto una facciata di calma e stabilità nella Striscia di Gaza, insistendo sulla necessità di mantenere il nemico convinto che l’organizzazione volesse la pace. Questa strategia di dissimulazione ha consentito a Hamas di accumulare risorse e prepararsi in modo più efficace per il giorno dell’attacco.
Un secondo rilevamento di particolare importanza è che i leader di Hamas a Gaza hanno illustrato un ambizioso “grande progetto” al loro leader Ismail Haniyeh, il quale è stato tragicamente assassinato dagli israeliani durante una visita in Iran nel luglio dello scorso anno. Questo evento ha ulteriormente evidenziato il clima di tensione e il rischio di escalation violenta nella regione.
La documentazione esaminata dal New York Times fornisce una visione piuttosto chiara della dinamica interna a Hamas e delle sue relazioni con alleati storici come Iran e Hezbollah. Il tentativo dell’organizzazione di coinvolgere questi attori regionali nella sua strategia militare riflette l’importanza dell’alleanza e della cooperazione geopolitica nel contesto di conflitti così complessi.
Questi eventi non solo mettono in luce le ambizioni militari di Hamas, ma sollevano anche interrogativi sulla capacità di Abbas e della leadership palestinese di gestire l’escalation della violenza nella regione. Con la tempistica e i preparativi al centro delle loro strategie, le implicazioni di tali azioni si estendono ben al di là delle frontiere della Striscia di Gaza, toccando argomenti più ampi di stabilità e sicurezza nel Medio Oriente.
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