Il settore del riscaldamento in Italia è una parte fondamentale dell’economia, impiegando oltre 10mila persone e generando un fatturato di circa 3 miliardi di euro. Questa industria, insieme a migliaia di piccole e medie imprese della filiera impiantistica, sta lanciando un appello al governo affinché non approvi modifiche legislative alla legge di Bilancio. Tali modifiche escluderebbero le caldaie a condensazione dalle prossime misure di incentivazione, compromettendo la transizione energetica del Paese. Il timore è che venga messo a rischio un settore che già offre soluzioni cruciali per la decarbonizzazione.
L’appello di Assotermica, l’Associazione produttori apparecchi e componenti per impianti termici, sottolinea l’importanza di mantenere le caldaie a condensazione all’interno delle misure di incentivazione della legge di Bilancio. La modifica proposta rappresenterebbe un duro colpo non solo per l’industria, ma anche per la transizione energetica del Paese. Secondo l’associazione, la riqualificazione del patrimonio edilizio nazionale è uno degli obiettivi principali, e le caldaie a condensazione giocano un ruolo cruciale in questo processo. La loro esclusione dalle misure di incentivo rischierebbe di rallentare i progressi verso un futuro sostenibile, costringendo molti a rimanere ancorati a sistemi di riscaldamento obsoleti e inquinanti.
In Italia, ci sono circa 31 milioni di abitazioni, e più della metà di esse si trova nelle classi energetiche più basse. Solo una piccola parte di queste è pronta per accogliere nuove tecnologie di riscaldamento. Questo può essere dovuto a limitazioni tecniche o al fatto che molte di queste case appartengono a famiglie che non possono sostenere i costi di un cambiamento radicale. Le caldaie a condensazione si presentano ancora come una soluzione adeguata per molti utenti, offrendo la possibilità di ridurre i consumi energetici e le emissioni. Se venisse a mancare l’ecobonus per questi dispositivi, molte famiglie, in particolare quelle a basso reddito, si troverebbero escluse dalla possibilità di rendere i propri sistemi di riscaldamento più efficienti e sostenibili.
La proposta di eliminare l’ecobonus per le caldaie a condensazione avrebbe diversi effetti negativi. In primo luogo, togliere questo incentivo significherebbe escludere numerose famiglie dalla possibilità di migliorare l’efficienza energetica delle proprie abitazioni. Risultati simili a lungo termine si tradurrebbero in un potenziale ridotto di efficientamento del patrimonio edilizio del Paese. Al contempo, la modifica legislativa danneggerebbe un settore che ha sempre investito in ricerca e sviluppo.
Inoltre, un cambiamento normativo del genere penalizza anche quelle persone che si trovano nella necessità di sostituire un impianto di riscaldamento difettoso durante la stagione invernale. Questi utenti potrebbero non avere il tempo necessario per pianificare il passaggio a nuove tecnologie, trovandosi dunque in una situazione difficile e costosa.
In un contesto in cui l’efficienza energetica e la sostenibilità sono obiettivi sempre più rilevanti, l’industria del riscaldamento italiano si appella alle istituzioni affinché si mantengano i giusti incentivi e non si ostacoli il progresso già avviato.