Riforma dell’abitare: strategie e sfide per affrontare l’emergenza casa in Europa

Il tema dell’abitare continua a rappresentare una questione di fondamentale importanza, tanto in Italia quanto in tutta Europa. La recente conferenza organizzata da Adnkronos/Eurofocus ha affrontato, tra gli altri, l’urgenza di rivedere le politiche residenziali attraverso il panel ‘Housing, dall’emergenza a un piano comune per l’abitare’. Durante il dibattito, Federica Brancaccio, presidente dell’ANCE , ha delineato un quadro chiaro e preoccupante riguardo allo stato attuale della casa nel nostro continente.

Il patrimonio immobiliare in crisi

Secondo quanto affermato dalla Brancaccio, l’ultimo piano di edilizia residenziale risale al Piano Fanfani, elaborato per rispondere a una società in evoluzione. Oggi ci troviamo di fronte a un’enorme quantità di beni pubblici e privati che stanno perdendo valore e, in molti casi, sono totalmente spopolati. Questa situazione si segnala in un contesto in cui i prezzi degli affitti e delle compravendite restano inaccessibili a gran parte della popolazione.

La crisi abitativa sta colpendo diverse categorie sociali, ognuna con esigenze specifiche. Gli anziani cercano soluzioni che garantiscano comfort e assistenza, gli studenti e i giovani necessitano di alloggi flessibili e accessibili, mentre le famiglie, piccole o numerose, richiedono spazi adeguati. La pandemia di Covid-19 ha ulteriormente messo in evidenza l’importanza di rivedere non solo le modalità di abitare, ma anche i servizi che devono accompagnare le abitazioni stesse. In questo scenario, è fondamentale elaborare politiche innovative e resilienti.

Proposte per un welfare abitativo accessibile

Durante il suo intervento, Federica Brancaccio ha discusso anche del ruolo del welfare nel facilitare l’accesso alla casa. Ha proposto che i datori di lavoro possano fornire un supporto ai lavoratori che vivono lontano dalla sede lavorativa. L’accesso alla locazione o all’acquisto di una casa potrebbe essere reso possibile attraverso strumenti finanziari innovativi, volti ad attrarre investimenti sia da parte di grandi istituzioni sia di piccoli risparmiatori.

Una delle priorità indicate nel dibattito è la necessità di ripopolare i centri urbani che si stanno spopolando. Per ottenere ciò, occorre innanzitutto creare un tessuto economico in grado di sostenere tali trasformazioni, integrando anche l’arrivo di migranti e rifugiati che possono dar vita a nuove opportunità di crescita e sviluppo per le comunità locali.

L’emergenza abitativa come problema europeo

Un aspetto interessante emerso dal dibattito è la consapevolezza che l’emergenza abitativa non è un problema esclusivamente italiano, ma rappresenta una sfida condivisa da vari Paesi europei, tra cui Francia, Germania e Spagna. Brancaccio ha espresso ottimismo riguardo alla possibilità di lavorare a un piano comune, contando sull’attenzione del nuovo commissario danese verso le questioni sociali legate all’abitare.

Si è parlato della necessità di investimenti infrastrutturali che possano essere esenti dai vincoli del patto di stabilità, ed è stato sottolineato l’importante ruolo della mappatura del patrimonio abitativo. Tale attività è essenziale per fare un quadro reale delle necessità abitative e per considerare anche aspetti legati all’ecosistema, come il rischio idrogeologico. La sfida è ardua, ma i potenti investimenti pubblici nel settore abitativo sono visti come un passo cruciale per garantire non solo un futuro più prosperoso per i giovani, ma anche per prevenire una riduzione complessiva del benessere economico in Europa.

Le sfide relative all’abitare resteranno al centro del dibattito politico e sociale nei prossimi anni, richiedendo impegno, innovazione e strategie collaborative tra i vari Stati membri.