Ricorso di Legambiente, Lipu e Wwf Italia al Tar Lazio contro la Valutazione d’Impatto Ambientale per il Ponte sullo Stretto

Il dibattito sul Ponte sullo Stretto di Messina continua a infuocarsi. Le associazioni Legambiente, Lipu e Wwf Italia hanno presentato un ricorso al Tar Lazio contro il parere favorevole, con prescrizioni, riguardante la Valutazione d’Impatto Ambientale del progetto. Questo sviluppo è emblematico della crescente preoccupazione per l’impatto ambientale di grandi opere infrastrutturali, che solleva interrogativi non solo sulla sostenibilità ambientale, ma anche sulla salute degli ecosistemi locali. L’incertezza e la criticità di questo progetto, quindi, rimangono al centro dell’attenzione pubblica.

Ricorso delle associazioni ambientaliste

Legambiente, Lipu e Wwf Italia hanno ufficializzato la loro opposizione attraverso un ricorso al Tar, ritenendo “illogico” il parere rilasciato dalla Commissione VIA, che appare carente in numerosi aspetti analitici. Secondo le associazioni, la Valutazione di Incidenza negativa, già emessa, compromette seriamente il parere positivo della VIA. Questa situazione, secondo le organizzazioni, evidenzia una contraddizione palpabile: da un lato, la Commissione VIA ha emesso un parere con richieste di mitigazione e compensazione, e dall’altro, il progetto definitivo si muove senza tener conto di tali valutazioni.

I rappresentanti delle associazioni hanno sottolineato come sarebbe stata necessaria una valutazione dettagliata e approfondita fin dalla fase progettuale iniziale, piuttosto che richiederle solo in fase esecutiva. Questa mancanza di coerenza nella gestione dei progetti di grande impatto sa di una pianificazione superficiale. La posizione unitaria di Legambiente, Lipu e Wwf Italia invia un chiaro messaggio: esiste un forte scetticismo riguardo alla possibilità di garantire una reale mitigazione degli impatti ambientali.

Impatto ambientale e incertezze progettuali

Il Ponte sullo Stretto di Messina è descritto dalle associazioni come un’opera con un impatto ambientale “gravissimo e irreversibile”, affermano che non ci sono sufficienti garanzie per mitigare e compensare i danni previsti. Le preoccupazioni sollevate non sono infondate, poiché, come evidenziato dalla Commissione VIA, vi è un margine di incertezza riguardo agli effetti che il progetto avrà su alcuni siti della Rete Natura 2000. La Commissione stessa ha dichiarato di non ritenere possibile escludere effetti negativi su tali siti, richiamando il principio di precauzione.

Queste osservazioni pongono importanti interrogativi sulla gestione della biodiversità e la tutela degli habitat naturali. Le associazioni ambientaliste hanno messo in evidenza l’importanza di considerare seriamente le valutazioni provenienti da esperti e istituzioni preposte. Le evidenze suggeriscono che la costruzione di un’infrastruttura così radicale sulla delicata area dello Stretto di Messina potrebbe avere ripercussioni devastanti.

È ora possibile fare un bilancio sistematico su ciò che significa procedere con un progetto che, si sostiene, non solo minaccia ecosistemi vitali, ma apre la porta a un dibattito più ampio sulla responsabilità ambientale nei progetti pubblici e privati in Italia. La questione è diventata così centrale che l’attenzione è rivolta non solo al progetto del ponte, ma al contesto legislativo e alle modalità di partecipazione pubblica nella valutazione delle opere che incidono sulla nostra Terra.

La questione ora si sposta nelle aule del tribunale, dove si aspetta di conoscere i prossimi sviluppi su una questione di fondamentale importanza non solo per la Sicilia ma per l’intero panorama ambientale italiano.