Riconoscere insonnia come malattia cronica invalidante: esperti di salute spiegano i sintomi e le conseguenze

L’insonnia come malattia cronica invalidante: la necessità di promuovere consapevolezza

L’insonnia, una condizione che affligge quasi la metà dei pazienti, è stata definita una malattia cronica invalidante da Luigi De Gennaro, professore di Psicologia presso l’Università Sapienza di Roma e segretario dell’Associazione italiana di Medicina del sonno (Aims). Durante un incontro a Bari, De Gennaro ha sottolineato l’importanza di inserire l’insonnia nell’elenco delle malattie riconosciute, al fine di garantire una diagnosi e un trattamento adeguati. Questo non solo avrebbe un impatto positivo sulla salute dei pazienti, ma anche sull’economia, considerando i costi elevati dell’insonnia non trattata.

Il sonno come elemento essenziale per il benessere individuale

Il tema centrale del dibattito riguarda il riconoscimento del sonno come elemento fondamentale per il benessere individuale. È necessario sensibilizzare le persone, la comunità medica e le istituzioni a livello nazionale e regionale sull’importanza di dormire bene. Infatti, coloro che godono di un sonno di qualità sono in grado di svolgere le attività quotidiane con soddisfazione e piena espressione di sé. Ciò ha un impatto significativo sulla salute, sulla produttività del paese e sui costi sociali. Il senatore Ignazio Zullo della Commissione Affari Sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza, ha sottolineato l’importanza di un dialogo tra scienza e politica per migliorare il benessere delle persone e della comunità. È necessario riconoscere l’insonnia come un disturbo e agire di conseguenza su tutti i livelli di intervento pubblico.

La necessità di un approccio multidisciplinare e di una maggiore consapevolezza

Durante l’incontro, sono intervenuti diversi esperti del settore sanitario. Giuseppe Pasqualone, direttore generale del Policlinico Riuniti di Foggia Manfredonia – Federsanità, ha sottolineato che l’insonnia cronica rappresenta una sfida importante non solo per la sanità, ma anche per la politica. È fondamentale che le istituzioni prestino attenzione a questo disturbo e garantiscano un’assistenza adeguata a coloro che ne soffrono. Il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, presidente dell’Ordine interprovinciale dei Farmacisti di Bari e Bat, ha evidenziato il ruolo cruciale del farmacista nel trattamento dell’insonnia. Inoltre, è necessario consolidare sinergie interprofessionali per migliorare le iniziative di prevenzione, la diagnosi precoce, la consapevolezza del paziente e l’aderenza alle terapie. Paola Clemente della Società italiana di psichiatria ha sottolineato l’impatto negativo dell’insonnia cronica sulla qualità della vita dei pazienti, che spesso vivono in uno stato di frustrazione a causa della mancanza di sonno adeguato. È importante sensibilizzare la società e migliorare la comprensione dei disturbi del sonno. Chiara Villani della Società italiana di medicina generale e delle cure primarie ha evidenziato la necessità di formazione mirata per i medici di famiglia al fine di migliorare la diagnosi e informare sulle opzioni terapeutiche disponibili. Maria Antonietta Savarese, del centro di Medicina del Sonno presso il Policlinico di Bari, ha sottolineato la mancanza di centri del sonno nel Mezzogiorno, rispetto al Nord Italia. È necessario attivare nuovi centri del sonno nel Mezzogiorno, adattandoli alle specificità di ogni regione, al fine di garantire pari diritti a tutti i cittadini.

L’incontro a Bari ha messo in luce l’importanza di riconoscere l’insonnia come una malattia cronica invalidante e di promuovere una maggiore consapevolezza su questo disturbo. È necessario un approccio multidisciplinare che coinvolga medici, farmacisti e professionisti del settore sanitario al fine di garantire una diagnosi precoce e un trattamento adeguato. Solo così si potrà migliorare la qualità della vita dei pazienti e ridurre i costi sociali legati all’insonnia non trattata.

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