Riccardo Bossi e il reddito di cittadinanza: sotto indagine

Riccardo Bossi, figlio del fondatore della Lega Umberto Bossi, si trova nuovamente al centro di un’indagine giudiziaria. Gli inquirenti della Procura di Busto Arsizio lo accusano di aver percepito il reddito di cittadinanza in modo indebito, ricevendo 280 euro mensili per un totale di 43 mesi, sommando così indebitamente 12.800 euro. Questi pagamenti erano legati al sostegno per l’affitto di un appartamento, dal quale Bossi risultava essere stato sfrattato.

Le indagini si intensificano

La pm Nadia Alessandra Calcaterra ha concluso le indagini preliminari, un passo che precede la possibile richiesta di rinvio a giudizio per Bossi. Durante la fase investigativa, Bossi, assistito dall’avvocato Federico Magnante, ha scelto di non rispondere alle domande. Ora ha a disposizione venti giorni per presentare documenti o fare dichiarazioni prima che venga presa una decisione sul suo rinvio a giudizio.

Un passato giudiziario complicato

La storia di Bossi Jr è costellata da precedenti legali: nel 2016, è stato condannato per appropriazione indebita legata all’uso personale di fondi del Carroccio e, nello stesso anno, per una truffa ai danni di gioiellieri, non pagando preziosi gioielli e orologi. Ancora, nel 2020, è stato ritenuto colpevole di truffa per l’appropriazione di due moto d’acqua. Questi episodi hanno contribuito a un profilo giudiziario complesso che ora si arricchisce con le nuove accuse relative al reddito di cittadinanza.

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