L’11, 12 e 13 ottobre si svolgerà un evento unico a Roma in occasione del Tevere Day, con la possibilità di visitare il celebre murale “Carnevale Romano” dell’artista Orfeo Tamburi, esposto all’interno del Palazzo dell’Anagrafe. Questo affresco, realizzato nel seminterrato del palazzo e fino ad ora inaccessibile al pubblico, rappresenta una testimonianza storica e culturale delle tradizioni romane. L’opera offre uno sguardo affascinante sul Carnevale Romano, una celebrazione che ha caratterizzato la vita sociale nella Capitale per secoli.
L’opera di Orfeo Tamburi e la sua storia
Il murale “Carnevale Romano” di Orfeo Tamburi si estende su un supporto murario di foratini, sviluppandosi curvilineamente su tre pareti per un totale di 46,50 mq. La sua collocazione all’interno di una sala di rappresentanza, un interno che ha vissuto diverse destinazioni prima di essere restaurato dalla sovrintendenza capitolina, ne ha garantito la conservazione nel tempo. Concepito come un affresco clandestino, l’opera fu completata da Tamburi senza alcuna commissione formale. Questo aspetto rende il murale non solo un capolavoro artistico ma anche una testimonianza della vivacità culturale di Roma negli anni in cui fu realizzato.
Giulia Silvia Ghia, assessore alla Cultura, ha sottolineato come fosse fondamentale riaprire questa sala al pubblico. “Il Carnevale Romano, rappresentato in modo così eloquente da Tamburi, è una delle tradizioni più affascinanti di Roma, ora in gran parte dimenticata,” ha affermato l’assessore. La sala, abbandonata per lungo tempo, offre uno spazio unico dove l’arte si mescola alla storia e alla cultura della città .
In occasione dell’apertura straordinaria per il Tevere Day, Ghia ha annunciato anche future aperture su prenotazione per chi desidera approfondire la visita a questa importante opera d’arte. Questo rappresenta non solo un’opportunità culturale, ma un modo per riscoprire e valorizzare le tradizioni locali che ci fanno conoscere le radici di Roma.
Il Carnevale Romano: storia e significato
La tradizione del Carnevale Romano ha radici antiche, affondando nel tempo fino al periodo pre-quaresimale. Questa celebrazione popolare si distingue per la sua teatralità e il coinvolgimento attivo dei cittadini, rendendola un evento di grande portata. Tra le caratteristiche più iconiche del Carnevale si annoverano sfilate di carri allegorici, danze, spettacoli e la tradizionale corsa dei cavalli berberi, considerata il cuore pulsante della festa.
Le origini di questa corsa, che si svolgeva lungo Via del Corso, risalgono almeno al XVI secolo. Durante il Carnevale, i cavalli, noti per la loro velocità e resistenza e provenienti dalla regione nordafricana, correvano senza fantino per un percorso di circa 2 chilometri, partendo da Piazza del Popolo fino a Piazza Venezia. Il pubblico, in visibilio lungo le strade, assisteva a questo spettacolo affascinante, denso di elementi di caos e anarchia, tipici dello spirito carnevalesco.
La presenza di queste corse rifletteva sia un momento di svago per le masse che un’opportunità di intrattenimento per le élite romane, creando un contrasto intrinseco tra ordine e disordine che caratterizzava il Carnevale. Tuttavia, con l’aumentare delle preoccupazioni riguardo al benessere degli animali e ai pericoli associati a simili eventi, questa tradizione venne progressivamente abbandonata, fino a giungere alla sua definitiva cancellazione nel 1883.
La riapertura: un omaggio a una tradizione perduta
La ristrutturazione della sala del Palazzo del Governatorato e l’apertura di quest’opera straordinaria si configurano come un importante passo verso il recupero dell’identità culturale di Roma. Il murale di Tamburi, che racconta la storia di un evento di festa e comunità , torna alla ribalta in occasione del Tevere Day, un’opportunità per i romani e i turisti di riscoprire un pezzo significativo della storia della Capitale.
A detta di Ghia, il ripristino dell’accessibilità a questo affresco contribuisce a far rivivere tradizioni che altrimenti rischierebbero di essere dimenticate. La riapertura di spazi come questo rappresenta non solo un gesto culturale, ma anche un riconoscimento delle radici popolari di Roma, promuovendo un dialogo tra passato e presente. La speranza è di coinvolgere la comunità e i visitatori in un’esperienza non solo visiva, ma anche emotiva, in grado di riportare alla mente il fervore e la gioia di una celebrazione che ha rappresentato una parte fondamentale della vita romana. Di fronte a una nuova era di consapevolezza culturale, eventi come il Tevere Day sono fondamentali per mantenere viva la memoria storica di una città che continua a offrire storie da raccontare e tradizioni da riscoprire.