Un cda sotto accusa per l’immobilismo e la mancanza di un piano industriale
L’assemblea degli azionisti di Restart, una delle più antiche società quotate a piazza affari, si preannuncia infuocata. I soci di minoranza hanno preso di mira i vertici, accusandoli di immobilismo e di non aver varato un piano industriale. Inoltre, si è scoperto che il 15,5% delle azioni è letteralmente sparito, mentre il patrimonio della società si è quasi dimezzato nel giro di tre anni. La situazione è così grave che è stata avanzata una richiesta di azione di responsabilità nei confronti del presidente.
Un patrimonio in calo e la mancanza di un piano industriale
Stella d’Atri, socia e consigliera di amministrazione di Restart, ha denunciato la situazione critica in cui versa la società. A fine 2020, il patrimonio netto ammontava a 13 milioni di euro, ma a fine giugno di quest’anno si è ridotto a soli 8,6 milioni. Ciò significa una perdita di circa 5 milioni di euro nel giro di tre anni. Secondo d’Atri, se non si prendono provvedimenti immediati, gli azionisti subiranno conseguenze disastrose negli anni a venire. Inoltre, la consigliera ha sottolineato che il consiglio di amministrazione attuale non ha presentato un piano industriale, il che implica la mancanza di una visione a medio e lungo termine e, di conseguenza, l’arrivo di effetti negativi a cascata.
La necessità di un cambio di passo e di iniezioni di capitale
D’Atri ha richiesto la convocazione dell’assemblea e ha proposto di aumentare il capitale di 5 milioni di euro. Secondo la consigliera, l’attuale cda non ha le capacità necessarie per riportare la società a un punto di pareggio e per creare valore per gli azionisti. La mancanza di un piano industriale è stata una delle principali critiche mosse al consiglio di amministrazione. D’Atri ha sottolineato che non si può giustificare l’immobilismo con il contesto del Covid e della guerra in Ucraina, poiché nel settore di Restart si creano opportunità anche in situazioni di crisi. Nonostante la società abbia venduto un immobile di grande valore nel 2022 e disponga di liquidità, non sono stati fatti investimenti. Secondo la consigliera, non si può continuare in questo modo e occorre agire per evitare conseguenze ancora più gravi per la società e gli azionisti.