L’episodio avvenuto durante la partita tra Verona e Milan ha riacceso i riflettori sulle problematiche del razzismo nel calcio. Il portiere rossonero Mike Maignan ha denunciato cori razzisti mentre discuteva con l’arbitro a fine partita. Questo gesto ha scatenato una reazione immediata da parte del Milan, che ha ribadito la propria posizione contro ogni forma di discriminazione.
La segnalazione di Maignan e la reazione del Milan
Al termine dell’incontro al Bentegodi, Mike Maignan ha avvicinato l’arbitro per esprimere il proprio disappunto riguardo ai cori razzisti che avrebbe ricevuto durante il match. La situazione è diventata tesa quando il portiere ha evidenziato che le espressioni offensive si sono intensificate nel secondo tempo, in particolare quando ha difeso la porta davanti al settore dei tifosi dell’Hellas Verona. Non si è trattato di semplici insulti; Maignan ha riferito di aver udito “buuu” chiaramente diretti verso di lui, insieme ad altri sussurri discriminatori.
Il Milan ha prontamente reagito alla situazione, pubblicando un messaggio chiaro contro il razzismo, ribadendo la necessità di combattere ogni forma di discriminazione negli stadi. Nel corso della partita, quando il campione francese ha ricevuto queste offese, ne è seguita una comunicazione sonora tramite gli altoparlanti, invitando i tifosi a mantenere comportamenti rispettosi. Tuttavia, a quanto pare, gli insulti sono continuati, sollevando interrogativi su come gestire simili eventi in futuro.
Le regole e il comportamento dell’arbitro
Durante la partita, l’arbitro Marinelli non ha ritenuto necessario interrompere il gioco, nonostante le segnalazioni. Questo ha portato a domande fondamentali sul protocollo da seguire in caso di cori razzisti o comportamenti discriminatori. Oltre alla protesta di Maignan, ci si interroga su come il direttore di gara possa aver ignorato le disposizioni previste dalle Norme Organizzative Interne della FIGC.
Secondo l’articolo 62 delle NOIF, l’arbitro è tenuto a fermare la partita al primo segnale di cori o insulti di natura discriminatoria. Ciò implica anche l’obbligo di informare il pubblico riguardo le interruzioni e di invitare i tifosi a fermarsi. Nonostante ciò, la decisione di Marinelli di non intervenire si potrebbe giustificare con la scarsa percezione della gravità della situazione, ritenendo che si trattasse di casi isolati rispetto al clamore generale della tifoseria.
Precedenti di semilitudine nel calcio
La problematica del razzismo nel calcio non è affatto una novità . Il caso di Maignan non è isolato, ma fa parte di un trend allarmante di insulti razzisti all’interno degli stadi. Si ricorda un episodio simile accaduto la scorsa stagione a Udine, dove il portiere del Milan si era trovato costretto a fermare la partita per insulti ripetuti e pesanti. Al tempo, Maignan aveva interrotto la propria prestazione, segnalando che la situazione non era più sostenibile e che il gioco doveva fermarsi.
Episodi come quello di Verona non solo danneggiano gli atleti direttamente coinvolti, ma sollevano anche interrogativi sul ruolo di tifosi, club e federazioni. È un problema che necessita di un’attenzione costante e di interventi concreti per evitare che tali situazioni si ripetano. Le parole di Maignan, unite a quelle del Milan, risuonano come un forte richiamo all’unità contro ogni forma di razzismo.