Una serie di raid aerei israeliani ha colpito nella mattinata di oggi la periferia sud della capitale libanese Beirut, tali operazioni di attacco si concentrano in particolare sulle storiche roccaforti di Hezbollah. Questo avvenimento ha suscitato notevole preoccupazione in un contesto già teso tra Libano e Israele, con diversi rapporti che segnalano esplosioni in aree chiave come Haret-Hreik e Hadath. La notizia dei bombardamenti è stata diffusa dall’agenzia libanese Nna, la quale ha ben documentato l’inizio delle operazioni poco prima delle 6 ora locale.
Le avvertenze delle forze israeliane
Poche ore prima degli attacchi aerei, le Forze di Difesa israeliane hanno diramato un allerta ai civili residenti nelle aree sud di Beirut, in particolare a quelli che vivono in edifici specifici a Haret-Hreik e Hadath. Il messaggio, comunicato dal portavoce Avichay Adraee, evidenzia il pericolo a cui sono esposti i civili a causa della loro vicinanza a strutture e interessi legati a Hezbollah. Le IDF hanno fatto uso di mappe dettagliate per indicare gli edifici a rischio, avvertendo gli abitanti che un intervento militare sarebbe stato effettuato. Questo avvertimento non solo un chiaro segnale di allerta, ma rappresenta anche il contesto propedeutico agli attacchi aerei successivi.
Il contesto dei raid e la riposta di Hezbollah
L’operazione militare israeliana avviene in un clima di crescente tensione tra Hezbollah e Israele, sfociato recentemente in tentativi di attacco da parte della milizia libanese contro obiettivi israeliani. La situazione si è intensificata quando, poche ore prima, un drone era stato lanciato in direzione della residenza del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, a Cesarea. Il premier ha commentato su X, accusando Hezbollah di tentare un attacco diretto contro di lui e sua moglie, designando l’azione come un “grave errore“.
Le IDF hanno confermato di aver colpito un centro di comando della divisione intelligence di Hezbollah, nonché un sito sotterraneo noto per la produzione di armi. Questi obiettivi sono stati selezionati per il loro ruolo strategico nelle operazioni militari della milizia. Le dichiarazioni ufficiali delle IDF forniscono un’indicazione chiara della loro intenzione di neutralizzare le capacità operative di Hezbollah, un obiettivo ritenuto fondamentale per la sicurezza di Israele.
Attacchi di rappresaglia e perdite umane
In risposta alle operazioni israeliane, circa 70 razzi sono stati lanciati dal Libano verso il nord di Israele. Le forze israeliane hanno confermato l’intercettazione di alcuni di questi razzi, a dimostrazione della continua escalation del conflitto tra i due schieramenti. Questo scambio di fuoco segna un’importante fase di guerra moderna, caratterizzata dall’uso di droni e razzi, e sottolinea la vulnerabilità delle aree di confine.
Nel contesto di questa escalation, le IDF hanno comunicato la morte di tre comandanti Hezbollah. Al-Hajj Abbas Salameh, uno dei leader principali accusati di operazioni militari contro Israele, è stato ucciso a Bint Jbeil. Le IDF hanno anche confermato l’eliminazione di Rada Abbas Awada, esperto di comunicazioni della milizia, e di Ahmed Ali Hussain, ritenuto responsabile della fabbricazione di armamenti. Queste operazioni non solo mirano a interrompere l’organizzazione di Hezbollah, ma rappresentano anche una chiara avvisaglia della determinazione israeliana nell’affrontare le minacce percepite alla propria sicurezza nazionale.