In un momento cruciale per il nostro Paese, la campagna nazionale itinerante di Rai Radio1 e del Giornale Radio Rai fa tappa all’Università degli Studi Roma Tre, con l’obiettivo di promuovere una cultura del rispetto e della dignità nei confronti delle donne. La campagna, che si estenderà fino a marzo 2025, coinvolgerà istituti scolastici, università, piazze, tribunali, comuni e carceri di tutta Italia per sensibilizzare sui temi della violenza di genere. Gli studenti, fulcro di questo cambiamento culturale, sono chiamati a essere i protagonisti di questo importante dibattito.
L’importanza dell’iniziativa a Roma Tre
L’Università degli Studi Roma Tre ha accolto con entusiasmo questa iniziativa, come evidenziato dal Rettore Massimiliano Fiorucci, il quale ha sottolineato l’impegno dell’ateneo nella lotta contro la violenza sulle donne. Fiorucci ha evidenziato anche la recente inaugurazione di un centro antiviolenza dedicato a Sara Di Pietrantonio, una giovane uccisa dal suo ex fidanzato nel 2016, che simboleggia il dramma della violenza di genere. La giornata si è articolata in una serie di eventi, tra cui dibattiti interattivi e performance artistiche, coinvolgendo circa 400 studenti provenienti da diverse scuole, medi e licei.
Durante il suo intervento, Fiorucci ha enfatizzato la varietà di collaborazioni attivate per contrastare non solo la violenza di genere, ma anche le mafie, sottolineando la necessità di un confronto culturale profondo per combattere le diverse manifestazioni di violenza, siano esse fisiche, psicologiche o economiche. La cultura, secondo Fiorucci, riveste un ruolo chiave nel cambiamento di mentalità e nell’introduzione di una nuova sensibilità nelle nuove generazioni.
La visione di Francesco Pionati: un problema strutturale
Francesco Pionati, direttore di Rai Radio1 e del Giornale Radio Rai, ha portato l’attenzione su un aspetto preoccupante della violenza di genere: la sua natura strutturale e radicata nella società. Pionati ha descritto il suo lavoro quotidiano come un “bollettino di guerra”, riflettendo sull’urgente necessità di un cambiamento culturale. Non basta una risposta repressiva da parte delle forze dell’ordine o della magistratura; è cruciale, ha affermato, “gettare semi” di una nuova cultura, in cui il rispetto per la donna prevalga.
A dimostrazione della vicinanza della Chiesa a questa causa, è stato mostrato durante l’evento un videomessaggio di Papa Francesco, il quale ha descritto la violenza sulle donne come una “velenosa gramigna” che colpisce la società e le cui radici affondano nei pregiudizi e nella cultura del possesso. Bergoglio ha esortato all’urgenza di eliminare questa piaga, mettendo in evidenza l’ambivalente ruolo dei media, che possono sia incoraggiare il rispetto per le donne sia perpetuare modelli di dominio e abuso.
Le voci dell’Unione Europea e l’emancipazione femminile
Helena Dalli, commissaria europea per l’uguaglianza, ha partecipato all’evento via collegamento da Bruxelles, condividendo dati allarmanti sulla violenza di genere a livello globale e europeo. Ha sottolineato che, attualmente, si verifica un femminicidio ogni 11 minuti nel mondo e che una donna su tre nell’Unione Europea è vittima di violenza. Dalli ha affermato che l’emancipazione economica delle donne rappresenta uno strumento fondamentale per prevenire la violenza. A tal fine, la Commissione Europea ha adottato una nuova direttiva sulla trasparenza salariale, con l’intento di rendere effettiva la parità di retribuzione tra uomini e donne.
La commissaria ha inoltre richiamato l’attenzione su una recente direttiva a tutela delle vittime di violenza, in cui si stabiliscono norme minime per la protezione e il supporto alle vittime, nonché l’accesso alla giustizia. Questo approccio normativo mira a garantire che ogni Stato membro dell’Unione Europea adotti misure adeguate per affrontare le forme più gravi di violenza.
L’educazione come strumento di cambiamento
Anna Lisa Tota, prorettrice vicaria dell’Università Roma Tre, ha affrontato il tema dell’educazione come strumento essenziale per combattere il fenomeno dei femminicidi. Si è rivolta agli studenti presenti, invitandoli a riflettere su cosa si possa fare concretamente per affrontare questa emergenza. Secondo Tota, è necessario un cambio di paradigma che inizi dalla decostruzione delle convinzioni e delle culture che favoriscono comportamenti violenti. Ha affermato che per sconfiggere questa violenza è essenziale un dialogo tra le generazioni, dove le domande e i dubbi degli studenti possano trovare spazio e risposte.
La professoressa ha quindi espresso l’importanza di un impegno comune, ponendo l’accento sul fatto che il cambiamento deve avvenire attraverso una connessione autentica e significativa tra le diverse generazioni, per permettere ai giovani di avviarsi verso un futuro migliore, libero da pregiudizi e violenze.
La forza di un messaggio positivo e informativo
A chiudere la giornata è stata Mia Grassi, caporedattrice centrale dell’AdnKronos, che ha messo in luce l’importanza di un linguaggio preciso e rispettoso nella narrazione giornalistica riguardo alla violenza di genere. Riferendosi al film “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi, ha evidenziato come le parole utilizzate nei media possano avere un impatto significativo sulla società, contribuendo a combattere gli stereotipi. Grassi ha fornito dati inquietanti sulle molestie sessuali nel mondo del giornalismo, sottolineando la necessità di una riflessione profonda anche all’interno della professione.
La giornata si è conclusa con la lettura del messaggio di Papa Francesco, che ha ribadito l’urgenza di eliminare la violenza sulle donne, sintomo di una necessità collettiva di azione e cambiamento. La campagna di Rai Radio1 e del Giornale Radio Rai segna così un importante passo avanti nella lotta contro la violenza di genere, mettendo al centro giovani e culturalmente attivi, elementi fondamentali per costruire una società più giusta e rispettosa.