Rafael Louzan è ufficialmente il nuovo presidente della Federazione Calcio Spagnola , un ruolo di grande responsabilità che arriva dopo un periodo di crisi e dimissioni forzate. Louzan, ex presidente della Federcalcio della Galizia, è stato eletto con un ampio consenso, ottenendo 90 voti a favore rispetto ai 43 del suo avversario Salvador Gomez, esponente della federazione valenciana. Questo passaggio di consegne avviene dopo un anno di tumulto, segnato dalle polemiche che hanno coinvolto l’ex presidente Luis Rubiales, sottoposto a inchieste per il controverso “bacio” a Jennifer Hermoso durante le celebrazioni del Mondiale femminile 2023.
La votazione per il nuovo presidente si è tenuta in un’assemblea composta da 138 membri, chiamati a rinnovare la leadership della federazione. La scelta di Louzan è avvenuta in un clima teso, eredità di un periodo travagliato per la Federazione, che include la breve presidenza ad interim di Pedro Rocha. La necessità di stabilità è più urgente che mai, soprattutto alla luce delle recenti critiche al sistema della Federcalcio spagnola e dei profondi cambiamenti richiesti a seguito degli scandali, in particolare quelli legati agli abusi di potere e alla mancanza di trasparenza.
Louzan, pur essendo stato eletto, non sfugge all’ombra di una condanna per abuso d’ufficio che gli comporta sette anni di interdizione dai pubblici uffici. Tuttavia, il suo ricorso contro la sentenza non è ancora stato risolto, il che gli ha permesso di candidarsi al ruolo nonostante l’opposizione del presidente del Consiglio superiore dello Sport, Josè Manuel Rodriguez Uribe. Il suo passato politico, quando era parte del Partito Popolare a Pontevedra, potrebbe influenzare il suo operato e la sua reputazione all’interno del calcio spagnolo.
Dopo la sua elezione, Louzan ha cercato di dirottare l’attenzione verso una visione di rinnovamento e stabilità per la Federazione. Si è professato vicino alla linea di gestione dell’ex presidente Rubiales, promettendo di riportare “pace e tranquillità” all’organizzazione. Nel suo discorso, il nuovo presidente ha evidenziato l’importanza di prepararsi al Mondiale 2030, che vedrà la Spagna, insieme a Portogallo e Marocco, come una delle nazioni ospitanti. Louzan ambisce a rendere questo evento “il migliore della storia” e ha dichiarato la sua intenzione di portare la finale a Madrid, precisamente al Santiago Bernabeu.
La sua affermazione che il Real Madrid è un “grandissimo ambasciatore della Spagna” mostra la sua predisposizione a favorire le squadre spagnole più storiche, creando potenzialmente alleanze utili con le istituzioni calcistiche. Tuttavia, la concretenza di tali promesse rimane da vedere, considerando la situazione di incertezza giuridica in cui si trova il nuovo presidente.
Il nuovo corso della Federcalcio spagnola dovrà affrontare sfide significative, prima tra tutte il recupero della fiducia degli stakeholder e del pubblico. La gestione della precedente crisi ha lasciato strascichi, e la leadership di Louzan sarà messa alla prova fin da subito. Le sue capacità di mediazione e negoziazione saranno cruciali non solo per sanare le ferite causate da eventi recenti, ma anche per finanziare e organizzare eventi calcistici di livello mondiale.
In un contesto in cui i diritti e le equità nel calcio stanno guadagnando sempre più attenzione, Louzan dovrà dimostrare di essere in grado di affrontare tematiche delicate, come il rispetto della diversità e la lotta contro ogni forma di violenza. La responsabilità di guidare un organismo così importante, in un rinnovato spirito di correttezza e inclusione, rappresenta un imperativo categorico. La verità è che il futuro del calcio spagnolo dipende dalle scelte coraggiose e sapienti che il nuovo presidente deciderà di intraprendere.