La memoria della strage del treno rapido 904, avvenuta nei giorni antecedenti il Natale 1984, torna a essere al centro del dibattito pubblico italiano. Questa tragedia, che ha segnato profondamente la storia recente del Paese e della sua lotta contro il terrorismo e la mafia, continua a suscitare emozione e riflessione. Mai come oggi, il messaggio di solidarietà e resistenza civile è fondamentale per le nuove generazioni.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto dedicare un messaggio per commemorare le vittime della strage. In occasione del quarantennale, ha sottolineato l’importanza della risposta unitaria degli italiani di fronte all’attacco eversivo. “Le istituzioni seppero respingere il ricatto e difendere la democrazia grazie alla reazione civile e all’amore per la libertà degli italiani,” ha affermato. Questo spirito di solidarietà e coesione è da trasmettere alle generazioni future, affinché non dimentichino il significato della libertà e della pacifica convivenza.
La strage, avvenuta il 23 dicembre 1984, ha messo in evidenza la brutalità di un attacco di matrice terroristico-mafiosa che ha causato la morte di sedici persone e il ferimento di quasi trecento. Tra le vittime c’erano anche tre bambini, tragicamente coinvolti in un evento in cui innocenti stavano semplicemente tornando a casa per le festività. Mattarella ha descritto l’episodio come un attacco mirato alla stabilità e alla serenità del Paese, in un tentativo di minare la sicurezza dei cittadini.
È fondamentale, secondo il Presidente, mantenere viva la memoria degli eventi come questo, ricordando a tutti e specialmente alle nuove generazioni, l’importanza di restare uniti contro ogni forma di violenza e intolleranza.
Accanto alle parole del Presidente della Repubblica, altri membri delle istituzioni hanno espresso il loro cordoglio. Ignazio La Russa, presidente del Senato, ha descritto la strage come una “tragedia di sconvolgente violenza”. Ha ribadito che la magistratura ha confermato la matrice terroristico-mafiosa dell’attentato, evidenziando come questo rappresenti una delle tappe dolorose di una lunga serie di attacchi mirati a destabilizzare il Paese. Il suo pensiero, come quello di molti, va alle vittime e ai familiari che, a distanza di quarant’anni, portano con sé il peso di un dolore incancellabile.
Anche il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha voluto esprimere il suo dolore per l’accaduto. Ha definito l’atto come un’espressione di barbara violenza che ha spezzato vite innocenti, sottolineando l’impatto incommensurabile che tale violenza ha avuto nella vita delle famiglie toccate dalla tragedia. Il suo appello alla memoria resta cruciale; ricordare è un dovere per tutti, e un modo per onorare chi è stato colpito da simili atrocità. La necessità di cercare la verità rimane al centro della sua riflessione, mentre la ricerca di una società più giusta continua a rappresentare un obiettivo collettivo.
In chiusura, la strage del treno rapido 904 ci ricorda la vulnerabilità della società dinanzi a minacce di stampo mafioso e terroristico, e la necessità di non abbassare mai la guardia nella lotta per la giustizia e la libertà. Il ricordo delle vittime e la determinazione di continuare a combattere contro le ingiustizie sono più che mai necessari.