È iniziato oggi in corte d’assise di Arezzo il processo a Jawad Hicham, il 38enne marocchino accusato di aver ucciso la moglie Sara Ruschi e la suocera Brunetta Ridolfi lo scorso aprile. L’imputato è stato presente in aula senza tradire alcuna espressione.
Rischio ergastolo per l’imputato
Jawad Hicham rischia la condanna all’ergastolo per il doppio femminicidio commesso. La prima udienza ha servito per fissare le date delle udienze successive e per ammettere le parti civili. I figli della coppia e i familiari delle vittime sono stati ammessi, mentre l’associazione ‘Senza veli sulla lingua’ è stata esclusa.
La difesa richiede una perizia psichiatrica
La difesa dell’imputato ha ipotizzato la richiesta di una perizia psichiatrica e ha sollecitato la valutazione della corte d’assise in tal senso. L’avvocato difensore ha affermato che testimonianze del personale carcerario potrebbero evidenziare disturbi psichici che potrebbero giustificare la perizia. La prossima udienza è prevista per il 18 novembre, durante la quale saranno ascoltati i primi testimoni.
L’omicida è detenuto nel carcere di Prato
Attualmente, Jawad Hicham è detenuto nel carcere di Prato. L’uomo, con precedenti per droga, problemi di alcol e lavori saltuari, ha ucciso le due donne con un coltello da cucina mentre dormivano. L’imputato aveva due figli con la moglie, uno di 16 anni e una bimba di 2. Il ragazzo ha chiamato il 112 quella notte, dicendo che il padre aveva ucciso la madre e la nonna. L’omicida, macchiato di sangue, ha telefonato da una cabina per chiedere i soccorsi.
Articolo originale: ANSA