“Procedimento disciplinare Csel: analisi approfondita dei tre passaggi nelle istituzioni pubbliche e risultati insignificanti”

Calo dei procedimenti disciplinari nel settore pubblico italiano nel 2022

Secondo i dati del ministero per la Pubblica Amministrazione, nel corso del 2022 sono stati avviati 11.314 procedimenti disciplinari negli enti pubblici italiani. Tuttavia, la maggior parte di questi casi (9.860) ha già avuto una conclusione definitiva. Rispetto all’anno precedente, si è registrato un calo del 6% dei procedimenti avviati, passando da 12.075 nel 2021 a 11.314 nel 2022.

Esiti dei procedimenti disciplinari

Un’analisi condotta dal Centro Studi Enti Locali (Csel) ha rivelato che nel 31% dei casi (3.020 su un totale di 9.860) i procedimenti disciplinari si sono conclusi con un’archiviazione o un proscioglimento. Nel 42% dei casi, invece, è stata applicata una sanzione minore. Le sanzioni più gravi, come la sospensione e il licenziamento, sono state inflitte a 2.685 dipendenti pubblici. In particolare, sono state sospese 2.075 persone (21% del totale) e licenziate 610 (6%), principalmente nel settore dei ministeri e delle agenzie statali (234) e della sanità (191). Solo 115 dipendenti sono stati licenziati nei comuni italiani, 27 nelle regioni, 12 nelle province e 6 nelle scuole e nelle università.

Distribuzione delle sanzioni nel quinquennio 2018-2022

Nel periodo compreso tra il 2018 e il 2022, più di 12.000 dipendenti pubblici sono stati sospesi o licenziati. La maggior parte di queste misure è stata adottata nel settore della sanità (3.693 provvedimenti disciplinari gravi, pari al 30% del totale) e nel gruppo dei ministeri e delle agenzie (3.033, 25%). Seguono i comuni con 2.499 sospensioni e licenziamenti (21% del totale), le scuole (610, 12%), gli enti pubblici vari (5%), le regioni (4%) e infine le università e le province, entrambe con 2% delle sanzioni.

Cause dei provvedimenti disciplinari

La maggior parte delle sospensioni (70%) è stata causata da inosservanza delle disposizioni di servizio, negligenza, comportamento scorretto verso superiori, colleghi o utenti, o dichiarazioni non veritiere. Nel 2022, queste motivazioni sono state responsabili di 1.383 sospensioni su 2.075. Le restanti 693 sospensioni sono state causate da assenze ingiustificate (17%), reati (7%), attività extra lavorative non autorizzate (4%) e irreperibilità durante la visita fiscale (3%).

Per quanto riguarda i licenziamenti, le cause più comuni sono state la commissione di reati (35%) e l’assenza illegittima dal lavoro senza giustificazione o con certificati medici falsi (33%). Comportamenti scorretti con colleghi o utenti, negligenza e inosservanza delle disposizioni di servizio hanno portato alla risoluzione del 18% dei contratti, mentre in oltre il 10% dei casi il licenziamento è stato causato da una falsa attestazione della presenza in servizio.